Gli ospiti del Centro Diurno della Ragi in visita al vivaio

OSPITI CENTRO RA.GI. AL VIVAIO 4

I colori e il profumo dei fiori, il verde di piante di ogni tipo e di ogni forma, l’odore della terra e il sole di una tiepida giornata d’autunno hanno fatto da cornice ad un’altra bella esperienza vissuta dagli ospiti del Centro Diurno Spazio Al.Pa.De. di Catanzaro che, accompagnati dagli operatori specializzati dell’associazione Ra.Gi. Onlus, hanno fatto visita, nella giornata del 26 ottobre, al vivaio Agrigarden di Roccelletta di Borgia.

Attimi di vita fatti di sorrisi, di relazioni, di nuove esperienze si inseriscono appieno nel percorso di cura seguito all’interno dello Spazio Al.Pa.De., gestito dall’associazione Ra.Gi. ed attivo dal 2008, dove viene applicato il metodo Teci (Terapia Espressiva Corporea Integrata), partendo dal presupposto che la diagnosi di demenza non segna la fine di una vita e chi soffre di questa malattia ha ancora diritto ad una vita piena, fatta di emozioni sempre nuove, di inclusione, di normalità.
Il metodo Teci, ideato da Elena Sodano, presidente della Ra.Gi. ed autrice del volume “Il Corpo nella Demenza” (Maggioli, 2017), è una metodologia di cura e contenimento naturale delle demenze, unica in Italia, che propone un approccio a queste malattie, non farmacologico, ma emozionale, relazionale, basato sul contatto corporeo e sul movimento simbolico in grado di risvegliare le esperienze vissute dal paziente durante tutta la sua vita.
La stimolazione di Teci avviene mediante l’applicazione di più discipline ed è finalizzata a donare ai pazienti un’intensa sensazione di benessere, da quello emotivo e relazionale a quello fisico, senza trascurare la stimolazione cognitiva.
L’esperienza trascorsa al vivaio si rivela molto importante perché è parte di un cammino nel quale chi è affetto da demenza può ancora sentirsi protagonista della propria vita. Un cammino da costruire, accettare e proteggere che nasce dopo la diagnosi di demenza e deve proseguire all’insegna dell’inclusione e di quella normalità di vita che è ancora possibile.
Stringere nuove amicizie, fare nuove esperienze, visitare posti nuovi e sentirsi liberi di vivere la propria vita a contatto con la demenza, senza nascondersi o vergognarsi, sono obbiettivi che chi soffre di queste malattie può e deve raggiungere. Perché tutto questo è normalità ed è qualcosa a cui tutti hanno diritto, senza nessuna eccezione per chi soffre di demenza.

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