Dopo oltre 70 interventi di magistrati ed esperti in tre giorni, la manifestazione nazionale si è conclusa oggi con un manifesto di impegno: «Mai sottovalutare il problema, la ‘ndrangheta ha proliferato così»
La manifestazione nazionale di Libera, contro mafia e corruzione, si è chiusa oggi con un «manifesto di impegno – si legge nella nota dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti – affinché la bellezza della giustizia, della legalità democratica e dell’equità prevalga sulla violenza, sulla disperazione e sull’abbandono, con delle richieste alle istituzioni e alla politica per rimettere al centro del dibattito nazionale la lotta alle mafie e alla corruzione». Tre giorni di lavoro e di confronto «per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie e alla corruzione nel nostro Paese, con un’attenzione particolare alla potenza criminale ed economica della ‘ndrangheta». La partecipazione nei tre giorni è stata di «oltre 1000 persone, con oltre 70 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell’Università, amministratori, giornalisti e scrittori».
L’iniziativa di Libera ha voluto sottolineare «l’importanza di un’azione corale che metta in luce storie di impegno e successo, e che proponga prassi civiche e richieste istituzionali che si diffondano in tutto il Paese e guardino ad un orizzonte di impegno internazionale. Dalla Calabria all’Italia tutta, dall’Italia tutta per e con la Calabria. Per troppo tempo – si legge nel manifesto finale di Contromafiecorruzione – le mafie tutte, e la ‘ndrangheta in particolare, hanno prosperato anche grazie a una sottovalutazione colpevole del problema, relegate a un fenomeno marginale o esclusivamente criminale. Oggi è chiaro che il contrasto alle mafie non può limitarsi alle sole operazioni di Polizia: deve coinvolgere ogni aspetto della vita civile, a partire dall’azione culturale e formativa».
«Risulta di primaria importanza – sottolinea Libera – promuovere la piena fruizione dei diritti sociali e di cittadinanza, contrastando diseguaglianze e povertà».
Pertanto, l’associazione nazionale «s’impegna a lavorare insieme alle realtà sociali per dare forma a un nuovo senso di comunità fatto di relazioni di cura, riconoscimento e legami significativi. S’impegna, inoltre, a dare vita a un gruppo di lavoro finalizzato ad una strategia comune sui percorsi di educazione e racconto delle esperienze di riscatto, libertà e liberazione, partendo dalla memoria delle vittime innocenti delle mafie e dei migranti, dall’incentivare e valorizzare il riutilizzo dei beni confiscati accompagnando forme di economia civile, istituendo tavoli di coprogettazione e promuovendo azioni di monitoraggio civico e istituzionale».
«La politica – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – che non fa le politiche sociali, le politiche culturali, una politica che non rispetta la dichiarazione universale dei Diritti umani è una politica che diventa criminogena, che favorisce il crimine. Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Sono strumenti di promozione della giustizia sociale, non di disuguaglianze e discriminazioni. In questo periodo storico – ha poi concluso don Ciotti – urge mettere gli argini per evitare di cadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le costituzioni sono nate. Evitare quelle derive politiche autoritarie che mettono a repentaglio le condizioni delle democrazie. È questo il nostro impegno e la nostra responsabilità».
Le richieste di Libera alle istituzioni e alla politica:
- Investire nella scuola come luogo di educazione, accoglienza e di socializzazione;
- Curare le aree interne e le zone montane, come spazi sui quali investire e verso i quali attrarre competenze, operatori economici, cittadini;
- Potenziare la cura del territorio;
- Predisporre piani di contrasto nei confronti dell’economia sommersa, del lavoro irregolare, del caporalato, delle diverse forme di evasione ed elusione fiscale;
- Investire nella formazione specifica del personale della pubblica amministrazione, al fine di offrire lenti interpretative e strumenti operativi di azione contro i fenomeni criminali;
- Contrastare ogni progetto volto ad aumentare le diseguaglianze territoriali, come l’“autonomia differenziata”;
- Sviluppare progetti volti all’approvazione di provvedimenti e investimenti per le politiche di accoglienza, capaci di superare i canoni del neoliberismo che si traducono in politiche indifferenziate, che non valorizzano le peculiarità di ciascun territorio;
- Portare a compimento la riforma legislativa per accompagnare coloro che scelgono la terza via, il percorso di “Liberi e libere di scegliere”, allontanandosi dai contesti familiari criminali per costruire una nuova vita, persone che hanno bisogno di riconoscimento, tutela e accompagnamento;
- Riconoscere le vittime innocenti delle mafie e della corruzione e i loro familiari, sostenendo le proposte della piattaforma “Diritti Vivi”;
- Investire maggiori e continuative risorse per favorire l’accompagnamento di chi denuncia il racket e l’usura, dei testimoni e dei collaboratori di giustizia.
Fonte: ilVibonese