Il commento della coordinatrice della Consulta Economia Sociale alla ricerca Censis-Confcooperative su giovani, lavoro e povertà.
“L’indagine Censis-Confcooperative conferma i segnali preoccupanti per il prossimo ventennio rispetto a povertà e inclusione. Lavoro e welfare sono i due cardini su cui costruire una nuova visione dell’economia, più sociale, che deve mettere al centro le persone e non incrementare disuguaglianze. È questa una sfida che impegna anche le cooperative e l’impresa sociale nonché tutto il Terzo settore per la presenza e il ruolo che ha nelle comunità e nell’economia”.
Questo il commento della coordinatrice della Consulta Economia Sociale del Forum Terzo Settore, Eleonora Vanni, alla ricerca pubblicata oggi dal titolo “Millennials, lavoro povero e pensioni: quale futuro?”.
Secondo l’analisi Censis-Confcooperative, 5.7 milioni di persone rischiano la povertà entro il 2050 se non dovesse essere invertita l’attuale tendenza. Di questi, 3 milioni sono “neet”, giovani dai 18 ai 35 anni che hanno rinunciato a ogni tipo di prospettiva a causa della mancanza di lavoro, presenti in percentuale maggiore al Sud. Si assiste, intanto, a una discriminazione tra generazioni: oggi il confronto fra la pensione di un genitore e quella prevedibile del proprio figlio segnala una divaricazione del 14,6%.
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