VIBO
Piano di protezione civile a metà Capitolo disabili “non pervenuto”Piccoli studenti crescono tra… rifiuti e sterpaglie
Nessuna mappatura disponibile ancora a palazzo Luigi Razza Difficoltà nel reperimento dei dati delle categorie svantaggiate
Vittoria Sicari
Emergenza e disabilità. Il tema si ripropone e diventa priorità grazie a una legge regionale del 2015 in base alla quale ogni piano comunale di Protezione civile deve tenere conto del numero di persone, con specifiche necessità, residenti nel territorio.
Secondo queste indicazioni ogni piano d’emergenza – tra cui quello della città capoluogo – deve quindi essere adeguato.
A riaccendere i riflettori sull’argomento è anche il recente protocollo – Soccorso e sicurezza delle persone con esigenze speciali – siglato tra Azienda sanitaria, Vigili del fuoco, associazioni e Anci. L’obiettivo è quello di formare le professionalità, ma anche stabilire le categorie rappresentative delle diverse disabilità al fine di intervenire in modo mirato. Su questo fronte si sta muovendo il responsabile regionale della Protezione civile Carlo Tansi, il quale di recente ha convocato i vari soggetti attuatori.
Il primo step, per il tramite della Protezione civile, è quello di avviare un censimento volto a verificare quanti e quali sono gli invalidi presenti nei vari comuni. Questo consentirà di redigere una mappatura sinottica utile a ottimizzare e organizzare pianificazioni ad alto rischio.
Nell’ambito del Coc (centro operativo comunale), dunque, all’assistenza alla popolazione dovrà affiancarsi un gruppo di lavoro che rappresenta le categorie di persone disabili. Il percorso parte dalla pianificazione fino alla gestione dell’emergenza. Ma le difficoltà che potrebbero incontrarsi sono quelle legate al reperimento dei dati. Al momento infatti il Comune non ha idea di quanti siano i disabili presenti sul territorio, tenuto conto che su Vibo confluiscono anche lavoratori e studenti diversamente abili ma non residenti. Senza contare le varie categorie di invalidi e sui quali gli interventi in emergenza dovranno diversificarsi. «Abbiamo richiesto all’Inps e all’Asp – spiega l’assessore Lorenzo Lombardo – di fornirci i dati da inserire nel piano comunale, ma non abbiamo avuto alcun riscontro per problemi di privacy. A breve sarà convocata una riunione – ha aggiunto – per fare il punto della situazione perché il piano deve essere periodicamente aggiornato».
Allegato:
Rosita Mercatante
Non è stato certamente lo sfondo migliore per scattare la foto ricordo del primo giorno di scuola: marciapiedi invasi dalle erbacce e aiuole incolte diventate ricettacolo di rifiuti di ogni genere. Si presenta proprio così il tratto di strada da cui si accede al cortile d’ingresso dell’istituto “Buccarelli”, in via Giovanni XXIII. «Una cornice indecorosa per una scuola» hanno commentato i genitori che hanno segnalato la condizione di degrado in cui versa tutta l’area antistante il plesso che ospita le classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, con l’intento di sollecitare un intervento di pulizia da parte dell’Amministrazione comunale per scongiurare i pericoli che possono derivare per i bambini.
«Se è vero che l’incuria non ci sorprende più in quanto siamo costretti a conviverci ormai da tempo, ci lascia però attoniti che nessuno abbia pensato a proteggere almeno i più piccoli e a garantire loro un’infanzia dignitosa» ha commentato papà Nicola fuori dai cancelli della scuola richiamando le Istituzioni alle loro responsabilità. «Quello che si vede non è solo uno sconcio estetico e una minaccia per la salute dei nostri figli visto che un luogo malsano diventa il paradiso incontaminato per insetti e topi» ha proseguito Mariella Rubino «ma è l’emblema di una città che sta scivolando sempre più nel baratro. Già dallo scorso anno le cose sono peggiorate».
Anche qualcun altro tra le fila dei genitori ha ricordato che negli anni passati non si era mai arrivati ad avere «le sterpaglie e l’odore nauseabondo all’ingresso della scuola. Ci sentiamo offesi, maltrattati – ha sbottato una mamma – perché viviamo in un posto in cui ci hanno tolto la speranza di pensare ad un futuro per i nostri figli». Tra i rifiuti abbandonati nelle aiuole c’è di tutto e i genitori, in tal senso, sono preoccupati perché i bambini potrebbero toccare materiali anche pericolosi e temono anche che qualcuno possa inciampare andando a finire tra le sterpaglie. E non è un’ipotesi surreale se si considera che la pavimentazione del marciapiede e delle scale che lambiscono il muro di recinzione della scuola è in parte disconnessa
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