Il referente del sodalizio ambientalista: «Al di là delle lodevoli intenzioni in questo paese votato al turismo c’è ancora tanto da fare»
«Esattamente come qualche anno fa, la Festa di San Francesco di Paola regala ai cittadini di Pizzo distratti e ai visitatori sbigottiti lo spettacolo indecoroso di un mare insozzato dai liquami (lascio ai più fantasiosi di me le ipotesi sulla natura degli stessi). Quasi un oltraggio a chi, di quel mare, è stato eletto “Patrono”. Proprio davanti alla “Marina” per antonomasia e al famoso molo oggetto di interventi da quasi un anno, una lunga striscia grigiastra ci ricorda che, al di là delle lodevoli intenzioni e delle solenni promesse, in questo paese “votato al turismo” c’è ancora tanto da fare». Lo scrive Pino Paolillo, settore Conservazione Wwf Vibo Valentia.
«Penso – evidenzia Paolillo -che se una cosa del genere si fosse verificata a Tropea, la gente sarebbe scesa in piazza e ne avrebbero parlato i tg nazionali. Ma a Pizzo no: qui niente turba il tranquillo tran tran, niente che susciti rabbia o delusione. Pizzo ha ben altri problemi: vuoi mettere i parcheggi, perché in Piazza della Repubblica, desolata d’inverno, d’estate non si è ancora raggiunta la densità delle “sardine in scatola”? Eppure si era verificato lo stesso fenomeno il 29 marzo davanti alla vecchia stazione (tutto fotografato e incontestabile, per chi avesse dei dubbi) e ancora nei giorni prima. Risultato? Qualcuno è intervenuto per accertare la fonte? Qualcuno ha cercato di porre rimedio? Qualcuno si indigna?».
Così, chiosa il referente del sodalizio ambientalista: «In attesa dei famosi 500.000 euro che, dai tempi del commissariamento, sembra siano diventati come l’araba fenice (“che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”) il tempo vola, e quando ormai mancano poco più di due mesi all’arrivo dell’estate, dover assistere di nuovo a situazioni del genere, dopo tutto quello che si è detto e scritto sul depuratore e le stazioni di sollevamento della nostra costa, rappresenta l’ennesima, avvilente prova che, tra il dire e il fare, c’è sempre di mezzo il mare (quello inquinato)».
Fonte: ilVibonese