Lo ha detto Simona Caselli, assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, in un’intervista alla rivista Secondo Welfare. “Cosa si può fare? Recuperare le eccedenze e promuovere l’educazione alimentare”, dice. E la nuova Legge sul Terzo settore? “Va nella giusta direzione”.
BOLOGNA – “Ridare valore al cibo e alle relazioni umane che a questo sottendono, attraverso un corretto utilizzo di tutti i beni, non solo quelli alimentari, per affrontare un futuro che si presenta ricco di incognite e di sfide epocali”. Lo dice Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, intervistata da Secondo Welfare in occasione di Origo Geographical Indications global Forum 2017 che si è svolto a Parma, su povertà, spreco alimentare e gli interventi della regione per affrontarli. “Le cause dello spreco sono molteplici e, pur operando in una realtà attenta come quello emiliano-romagnola, sicuramente resta molto da fare – ha detto l’assessore – L’educazione alimentazione, la promozione della qualità anche in presenza di contenimenti quantitativi dei consumi, una maggiore attenzione anche nella gestione quotidiana dei beni alimentari, visti non sloo come strumento per sfamare un consumatore sempre più attento agli effetti salutistici degli alimenti, sono percorsi avviati che certamente andranno seguiti ancor più nel futuro”. Ma come identificare i prodotti maggiormente sprecati? “Non è facile anche se certamente la maggior parte la troviamo nel settore dei prodotti freschi e purtroppo anche fra il pane, che alcuni processi industriali rendono spesso deperibile in tempi brevi”.
L’assessorato di Caselli ha in corso un’iniziativa di recupero dal mercato delle eccedenze ortofrutticole nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato, con un finanziamento comunitario, a cui partecipano la quasi totalità delle organizzazioni dei produttori e produttori agricoli associati in tutto il territorio nazionale. “L’assessorato presiede a questa attività dettando norme, assicurando i controlli e provvedendo al trasferimento delle risorse alle organizzazioni di produttori – spiega Caselli a Secondo Welfare – Per promuovere e gestire tale sistema è stato attivato un portale in cui ci sono tutte le informazioni per chi volesse approfondire il tema oltre alla rendicontazione delle operazioni svolte in questi anni. Siamo impegnati a consolidare e migliorare questo strumento rendendola fin d’ora disponibile a un uso più ampio di quello attualmente riservato all’ortofrutta”. La Regione è, inoltre, presente al Tavolo nazionale delle povertà istituito con le legge 166/2016 sullo spreco alimentare, “in quella e altre sedi siamo impegnati a contribuire allo sviluppo di un sistema integrato di supporto ai più bisognosi, ai quali in particolare è rivolta la legge per il contrasto alla povertà recentemente approvata”, precisa l’assessore.
Contrastare lo spreco alimentare in ottica ambientale, ad esempio efficientando i modelli di produzione con conseguente riduzione dei rifiuti, o sociale, ad esempio rimettendo in circolo le eccedenze attraverso mercati secondari o donandole a chi ne ha bisogno? “Noi siamo particolarmente impegnati sul fronte sociale, il che non significa che l’ottica ambientale non venga perseguita – ha detto Caselli – Dal punto di vista sociale, riteniamo della massima importanza la comunicazione e l’integrazione a livello locale fra le diverse realtà economiche e associative. In termini assoluti, la nostra regione dispone di una notevole capacità di stoccaggio e conservazione dei prodotti agroalimentari: purtroppo, spesso a questa ampia capacità e professionalità dei tecnici addetti non corrisponde una messa in rete tale da evitare crisi fra domanda e offerta e gli stessi autori del sistema a volta hanno carenza di strumenti per affrontare tali emergenze”.
Tra gli strumenti più efficaci per contenere gli sprechi e rimettere in circolo le eccedenze, Caselli parla di “lodevoli iniziative intraprese a diversi livelli e della legge sul Terzo settore che va nella giusta direzione di aiutare quelle forme associative che possono fungere da collante fra le politiche sociali e la loro reale applicazione presso i veri fruitori di quelle politiche, gli indigenti”. L’assessore non pensa a modelli o strumenti particolari ma a una rete che metta in comunicazione il maggior numero possibile di operatori pubblici e privati sul territorio, dotandoli di strumenti validi, procedure certe e controlli il meno burocratici possibili ma contemporaneamente utili a evitare ogni abuso “che, in questo settore, sarebbe intollerabile – conclude Caselli – La nostra Regione è impegnata a favorire uno sviluppo sostenibile con particolare attenzione ai diritti di tutti i cittadini e ai loro bisogni combattendo ogni forma di spreco e promuovendo tutte le forme possibili di solidarietà tra le diverse realtà locali”. (lp)
Fonte Redattore Sociale