Povertà: il reddito di inclusione è legge

Con 138 voti favorevoli, l’Assemblea del Senato ha approvato il ddl di delega sulla povertà. Nasce il Reddito di Inclusione: 400mila nuclei famigliari avranno fino a 480 euro al mese più un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, su tutto il territorio nazionale. È proprio questo il punto di svolta nelle politiche contro la povertà del nostro Paese.
138 voti favorevoli, 71 contrari e 23 astenuti: l’Assemblea del Senato ha appena votato la delega relativa al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali. «L’Italia ha per la prima volta una misura di contrasto alla povertà assoluta», ha immediatamente twittato Annamaria Parente, la relatrice della legge. Hanno votato a favore Italia dei valori, Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, ALA – Scelta Civica, Area Popolare, PD. Hanno votato contro Conservatori e Riformisti, Lega Nord e Autonomie, SEL, M5S, FI-PdL.
Per Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, «il REI è il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, fondandosi sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi». I Centri per l’impiego – prosegue la nota – potranno contare su 600 ulteriori unità di personale che, nella prospettiva di attuazione del REI, avranno il compito, in collaborazione con i servizi sociali del territorio, di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli. Poletti ha ricordati anche che la delega prevede anche il rafforzamento del coordinamento dei servizi sociali: «su questo è stato fondamentale far convergere fonti di finanziamento europee (PON Inclusione) e nazionali e assicurare la collaborazione attiva tra i vari livelli di governo e tra questi e gli attori del privato sociale: Ministero, INPS, Regioni, Comuni, Terzo settore». Infine – conclude Poletti – «siamo già molto avanti con la preparazione dei provvedimenti attuativi della legge, che intendiamo sintetizzare in un unico decreto legislativo, in modo da ottimizzare i tempi, rendendo operativo l’esercizio della delega prima dei sei mesi previsti, per dare risposta quanto prima ai cittadini in difficoltà».
Con le risorse disponibili – 1,780 miliardi per 2017 e 1,204 per il 2018 – saranno raggiunti circa 400 mila nuclei familiari con minori a carico, pari a un milione e 770 mila individui: gli individui in povertà assoluta in Italia sono però 4,6 milioni quindi è assolutamente necessario da un lato ampliare le risorse e dall’altro non fermarsi alla legge ma costruire quel Piano contro la povertà che la legge prevede.
«In queste settimane, in accordo con il Governo, stiamo lavorando alla stesura del decreto attuativo, che verrà emanato nelle prossime settimane, riuscendo così a dare un aiuto concreto in tempi brevi ai beneficiari della misura», ha anticipato la relatrice Parente. Il decreto attuativo della legge delega sarà quindi uno soltanto e disciplinerà la platea dei destinatari, a partire dai nuclei famigliari con figli minori, donne in stato di gravidanza, disabili e over 55, ovvero le categoria indicate alla Camera. «L’obiettivo è aggredire, a regime, tutta la povertà assoluta».
«L’approvazione definitiva da parte del Senato del ddl povertà rappresenta un grande passo avanti per il sistema di welfare del nostro Paese: l’Italia si dota finalmente di una legge per una misura universale di contrasto alla povertà», dichiara la deputata del Partito Democratico Ileana Piazzoni, relatrice alla Camera della legge delega: «La scelta della maggioranza di procedere al Senato all’approvazione senza modifiche del testo prodotto dalla Camera dei Deputati consente di velocizzare l’iter per l’approvazione dei decreti legislativi, in modo da poter introdurre al più presto il reddito di inclusione (Rei), la misura di contrasto alla povertà delineata dalla legge delega».
Una nota dell’Alleanza contro la Povertà, dal 2013 impegnata su questo fronte, afferma che «la legge delega sulla povertà segna un momento significativo. Da tempo evidenziamo la necessità di un impianto normativo che coniughi da una parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà assoluta. Perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo, perdendo, così, il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale». L’obiettivo rimane l’effettiva universalità della prestazione, dentro una strategia di rafforzamento del sistema dei servizi: «auspichiamo che attraverso i decreti delegati si prosegua nella direzione da noi indicata».
Di «successo della politica nella sua funzione di rispondere ai bisogni sociali» e di «provvedimento di enorme rilevanza» Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore: «finalmente anche l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei, si dota di una misura nazionale – il Reddito di Inclusione – per aiutare le persone in condizione di povertà assoluta». È vero, le persone in condizioni di povertà assoluta sono molte di più e «crediamo che nel testo in discussione fossero ancora presenti margini di miglioramento e che il Senato avrebbe potuto proficuamente avvalersi dei suggerimenti presentati dall’Alleanza contro la povertà di cui il Forum fa parte» continua Fiaschi, «tuttavia siamo convinti del valore storico di questa nuova misura, che imprime un segno positivo alle politiche sociali del nostro Paese». Quello di oggi quindi è «un traguardo» ma «contemporaneamente si guarda a un nuovo inizio: il contrasto alla povertà è un impegno che va perseguito con costanza nel tempo, soprattutto prevedendo risorse e servizi adeguati. Auspichiamo – conclude Fiaschi – che si proceda in tempi brevi all’approvazione dei decreti attuativi previsti dal Ddl, perché la lotta alla povertà continui a essere una priorità nel nostro Paese». di Sara De Carli

fonte: www.vita.it

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