Nell’anniversario del 14° anniversario della morte di Domenico Gabriele, si è tenuta nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Istruzione “M. Ciliberto – A. Lucifero” a Crotone, la seconda edizione del Premio al merito “Dodò Gabriele”. L’evento è stato caratterizzato da una partecipazione straordinaria di studenti provenienti da diverse scuole della regione. I ragazzi hanno assistito a una cerimonia carica di significato, incentrata sulla lotta alle mafie e sulla memoria di Domenico Gabriele, un giovane crotonese vittima della criminalità organizzata.
La storia di Dodò Gabriele è stata tragicamente segnata il 25 giugno 2009 quando, a soli 11 anni, è rimasto coinvolto in un agguato mafioso durante una partita di calcio a Crotone. L’obiettivo degli assassini era Giuseppe Marrazzo, ma tra le vittime ci fu anche Dodò. Dopo mesi di coma, Dodò si è spento il 20 settembre dello stesso anno, diventando simbolo della lotta contro la criminalità organizzata e un monito per le generazioni future.
La cerimonia di consegna del Premio Dodò Gabriele è stata un momento di riflessione, commemorazione e impegno nella lotta contro le mafie. Francesca Anastasio, la madre di Dodò, ha pronunciato parole toccanti e cariche di significato, chiedendo ai giovani di non abbassare mai la testa e di lottare per giustizia, verità, legalità e libertà. Ha sottolineato l’importanza di non essere omertosi e di non dare consenso alla criminalità organizzata.
Il dirigente scolastico Girolamo Arcuri ha annunciato che l’aula magna dell’Istituto Lucifero sarà intitolata a Dodò Gabriele, rendendo omaggio alla memoria del giovane vittima della mafia.
Il premio è stato assegnato a un gruppo di magistrati e investigatori che hanno dato un contributo significativo nella lotta alle mafie in Italia. Tra di loro, il prefetto Renato Cortese, noto per aver arrestato Bernardo Provenzano, il prefetto Guido Longo, che ha contribuito all’arresto di boss della camorra come Francesco ‘Sandokan’ Schiavone e Michele Zagaria, e il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, che ha ottenuto la condanna all’ergastolo degli assassini di Dodò Gabriele. Marisa Manzini, sostituto procuratore presso la Procura generale di Catanzaro, ha parlato dell’importanza della prevenzione e dell’educazione dei giovani sulla realtà delle mafie. Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale dei minori di Treviso, ha invitato i ragazzi a “fare i bulli per la legalità perché serve più coraggio a rispettare le regole”. Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, ha sottolineato che la lotta contro la mafia deve coinvolgere tutti e che non bisogna essere indifferenti.
Tutti gli interventi sono stati centrati sulla necessità di prendere le distanze dalle mafie e di non permettere mai che la criminalità organizzata detti legge nelle comunità.
Il prefetto Renato Cortese, rivolgendosi agli studenti ha dichiarato: “La ‘ndrangheta cerca di rubarvi la vita e per questo dovete prenderne le distanze. I mafiosi vanno isolati e non bisogna dare loro consenso”.
Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale dei minori di Treviso, lungamente applaudito dagli studenti ha invitato i ragazzi a “fare i bulli per la legalità perché serve più coraggio a rispettare le regole che ad infrangerle”.
Marisa Manzini, sostituto procuratore presso la Procura generale di Catanzaro, ha parlato dell’importanza della prevenzione e dell’educazione dei giovani sulla realtà delle mafie. Ha dichiarato: “Bisogna far rendere conto alle persone ed ai giovani cosa è la ‘ndrangheta e cosa è la sua crudeltà.La repressione è importante, ma serve la prevenzione: bisogna far rendere conto alle persone ed ai giovani cosa è la ‘ndrangheta e cosa è la sua crudeltà”
Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, ha sottolineato che la lotta contro la mafia deve coinvolgere tutti e che non bisogna essere indifferenti. “È una guerra che deve coinvolgere tutti. Gli arresti servono a poco, è come togliere acqua del mare con il secchio. Non dobbiamo dare consenso è vero, ma neppure stare indifferenti”
Guido Longo, già prefetto di Vibo Valentia, ha sostenuto di avere grande fiducia nei giovani poiché non accettano che qualcuno si appropri della loro vita e ha invitato i ragazzi a continuare sulla strada della legalità per emarginare coloro che fanno vivere male tanti.”Noto da anziano che i giovani non accettano che qualcuno si appropri della loro vita. Allora vi dico: continuate su questa strada per emarginare i pochi che fanno vivere male i molti”.
Salvatore Curcio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, ha coordinato le indagini e seguito il processo degli assassini di Dodò Gabriele, ottenendo la loro condanna all’ergastolo. Ha elogiato Giovanni e Francesca, i genitori di Dodò, per il loro coraggio nel non chiudersi e nel trasformare la loro esperienza tragica in una crescita per tutta la Calabria. “Giovanni e Francesca hanno fatto della loro esperienza tragica un momento di crescita di tutta la Calabria testimoniando come si debba stare dalla parte giusta”
Tra i premiati anche il Gen. C.A. Pasquale Angelosanto Comandante del R.O.S. e il pm della Dda Domenico Guarascio che non hanno potuto partecipare. Gli interventi sono stati centrati sulla necessità di prendere le distanze dalle mafie.
In conclusione, la cerimonia del Premio Dodò Gabriele non è stata solo un tributo alla memoria di un bambino innocente ucciso dalla mafia, ma anche un appello a costruire un futuro migliore, basato su valori di giustizia, verità e legalità. La cerimonia ha rappresentato un momento di ricordo, coraggio e impegno nella lotta contro le mafie, rivolto alle nuove generazioni che sono chiamate a prendere le distanze dalla criminalità organizzata e a difendere i principi fondamentali della nostra società.
Il Premio Dodò Gabriele rimarrà un faro di speranza e di impegno nella lotta alle mafie, unendo la memoria di Dodò Gabriele all’ardente desiderio di un’Italia libera dalla criminalità organizzata.
Il Premio Dodò Gabriele non è solo un tributo alla memoria di un bambino innocente ucciso dalla mafia, ma anche un appello a costruire un futuro migliore, basato su valori di giustizia, verità e legalità. La cerimonia ha rappresentato un momento di ricordo, coraggio e impegno nella lotta contro le mafie, rivolto alle nuove generazioni che sono chiamate a prendere le distanze dalla criminalità organizzata e a difendere i principi fondamentali della nostra società.
Presenti, oltre i premiati, le autorità civili e militari della provincia di Crotone, molti testimoni di giustizia come Rocco Mangiardi, l’onorevole Angela Napoli e l’onorevole Elisabetta Barbuto. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Francesca Travierso.
Il Premio Dodò Gabriele rimarrà un faro di speranza e di impegno nella lotta alle mafie, unendo la memoria di Dodò Gabriele all’ardente desiderio di un’Italia libera dalla criminalità organizzata.
Fonte: wesud