L’incontro è stato promosso dal Circolo Placanica in collaborazione con Libera Catanzaro
“Comprendere che la vera forza della mafia sta fuori di essa, nelle alleanze e nei servigi che le giungono da una “zona grigia” più o meno consapevole o nelle mille forme di pigrizia culturale, vuol dire anche ripensare radicalmente i modi per contrastarla”.
E’ il pensiero che Nando Dalla Chiesa – ex parlamentare per tre legislature e oggi direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano – sviluppa all’interno del suo ultimo libro, “Manifesto dell’antimafia”, presentato ieri in occasione di un incontro promosso dal Circolo Placanica in collaborazione con Libera, sezione di Catanzaro, che ha suscitato particolare interesse e curiosità nel nutrito pubblico presente. Nel salotto di via Settembrini era presente anche Simona Dalla Chiesa, sorella minore di Nando, che proprio stamane in Prefettura presiederà la giuria chiamata a scegliere i vincitori della prima edizione del premio intitolato al grande generale Dalla Chiesa istituito in Calabria dall’associazione Innovaterra. Ad introdurre l’incontro sono stati il presidente del Circolo, Venturino Lazzaro, e la coordinatrice di Libera, Donatella Monteverdi, ai quali ha fatto seguito l’intervento di Vittorio Mete, ricercatore presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Catanzaro, che ha tracciato il quadro generale del fenomeno criminale in Italia e in Calabria ponendo le basi per la discussione con Dalla Chiesa.
L’illustre ospite ha ribadito che intorno al fenomeno della criminalità organizzata esiste una barriera di luoghi comuni e retaggi culturali ancora da scardinare che riguardano non solo la sua struttura e le sua attività, ma anche la cultura dei suoi affiliati e il grado di infiltrazione negli organismi economici e sociali del paese. “La cultura mafiosa deve essere combattuta individualmente da ogni cittadino – ha detto – studiata e contrastata nei luoghi di formazione dei giovani, ovvero scuole e università.
Esiste una complicità diffusa ad ogni livello, la ‘ndrangheta ha origine in Calabria ma anche le altre regioni hanno dimostrato di essere compatibili, questo è il vero problema. Bisogna caricarsi di responsabilità e anche supplire, senza lamentarci, a quella parte del Paese che non sta facendo il suo dovere”. Dalla Chiesa non si sottrae anche ad un suo giudizio sulla dimensione morale nella politica e rivolge ai giovani l’accorato appello a “scendere in campo”: “In politica, se le cose non vanno bene – ha continuato – il codice etico non sarà rispettato nemmeno da chi lo ha fatto. Ai giovani dico di impegnarsi, di sapere che la loro terra va difesa e che saranno aiutati da chi crede nel loro impegno. Anche candidarsi come consiglieri comunali può rappresentare un modo di partecipare nobile e ricco e, se esercitato con lo spirito giusto, può aiutare molto la propria regione”.