Protesta dei Talassemici a Crotone: “Servono più medici, rischio collasso del servizio”

I pazienti talassemici di Crotone si  sono recati al Centro direzionale “Il granaio ” sede dell’Asp di Crotone  per manifestare contro la carenza di personale nel reparto di microcitemia dell’ospedale cittadino. Al centro della protesta, organizzata dall’Associazione Talassemici di Crotone, c’è la richiesta urgente di una terza unità medica, indispensabile per far fronte all’elevato numero di pazienti.

“Con i numeri attuali del servizio, la terza unità è fondamentale”, afferma Massimo Caruso, rappresentante dell’associazione. “Abbiamo 900 pazienti ematologici cronici e 130 talassemici da gestire, oltre alle prime visite, alle urgenze e alle consulenze di reparto. Se un medico va in ferie, l’altro resta solo a gestire tutto questo, una situazione insostenibile”. La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente con il pensionamento, previsto per gennaio 2025, del dottor Bagnato, attuale responsabile del servizio. “Resteremo con un solo medico, e sfido chiunque a mantenere un tale carico di lavoro”, aggiunge Caruso.

Il reparto di microcitemia di Crotone non è un servizio ordinario: è uno dei cinque centri di riferimento regionale per la rete sulle talassemie e le emoglobinopatie, secondo solo a Catanzaro in termini di numero di pazienti assistiti, soprattutto minori. “È impensabile che un servizio così importante venga ridotto al minimo. Abbiamo chiesto più volte rinforzi, ma i concorsi fatti finora non hanno prodotto risultati, spesso per errori procedurali”, spiega Caruso.

I manifestanti hanno chiesto un incontro con i vertici dell’azienda sanitaria, nella speranza che la situazione venga risolta rapidamente. “La chiusura o il ridimensionamento di questo reparto rappresenterebbe una grave perdita per la sanità locale e regionale, considerando che ci arrivano pazienti da tutto il territorio”, conclude Caruso.

La protesta che ha coinvolto numerosi pazienti e familiari, vuole sensibilizzare le istituzioni su un problema che, senza interventi immediati, rischia di far collassare uno dei centri nevralgici della sanità pubblica crotonese.

Fonte: wesud

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