Pubblicata la legge delega con tante novità per gli anziani non autosufficienti

La normativa intende superare l’attuale caotica frammentazione normativa in materia definendo nuovi modelli d’intervento e rispondere alle crescenti e mutevoli esigenze degli anziani e delle loro famiglie, anche grazie al supporto del Terzo settore

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 76 del 30 marzo 2023 la legge 23 marzo 2023, n. 33 “Deleghe al Governo in materia di Politiche in favore delle persone anziane.

La legge persegue anzitutto importanti macro obiettivi, quali sono il superamento dell’attuale caotica frammentazione delle misure in materia e la definizione di nuovi modelli d’intervento, progettati a partire dalle condizioni di anziani e famiglie e, quindi, in grado di rispondere opportunamente alle loro complesse e mutevoli esigenze.

decreti delegati – che dovranno essere adottati entro il 31 marzo 2024 – attueranno la delega nei profili attinenti l’invecchiamento attivo, la promozione dell’inclusione sociale e la prevenzione della fragilità, l’assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, le politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane, anche non autosufficienti.

Delega anziani e Pnrr

La legge n. 33/2023 attua quanto previsto dal Pnrr in materia di politiche in favore delle persone anziane: la riforma relativa alle persone anziane non autosufficienti doveva infatti essere approvata entro il primo trimestre 2023.

Peraltro, la prima bozza del Piano non prevedeva interventi normativi orientati alla riforma dell’assistenza agli anziani. Sono state in particolare le organizzazioni riunite nel “Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza” a predisporre una proposta sul tema e a caldeggiarne l’introduzione, che avvenne con successo nella versione definitiva del Pnrr diffusa nell’aprile 2021.

Ad ottobre 2022 è stato approvato dal Governo Draghi un disegno di legge delega sul tema, i cui contenuti sono stati poi sostanzialmente confermati nel disegno di legge delega approvato nel gennaio 2023 dal Governo Meloni.

Nel dibattito parlamentare svoltosi nei mesi successivi, ulteriori contenuti proposti e veicolati anche dal Patto sono stati introdotti nel testo, poi definitivamente approvato il 21 marzo scorso.

I contenuti

La legge avvia politiche in favore delle persone anziane, specie quelle non autosufficienti, con una nuova organizzazione assistenziale. Introduce, tra le altre cose, l’indennità unica universale anziani, oltre a prevedere novità per il personale d’assistenza e tutele rinforzate per i caregiver.

In particolare, la legge n. 33/2023 intende incentivare la dignità e l’autonomia delle persone anziane, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità nella popolazione anziana avviando azioni per garantire:

  • un facile accesso ai servizi sanitari e sociali;
  • lo sviluppo di contesti urbani e piccoli centriche prevedano abitazioni adeguate;
  • il rafforzamento dell’assistenza domiciliare;
  • l’accesso alla mobilità, luoghi di socializzazione e la solidarietà tra le generazioni;
  • il contrasto alle forme improprie di

Vediamo in dettaglio i contenuti più rilevanti.

Il Sistema nazionale assistenza anziani

L’introduzione del Sistema nazionale assistenza anziani (Snaa) sostanzia un aspetto molto importante, nel quale tutte le misure a titolarità pubblica per l’assistenza degli anziani non autosufficienti saranno governate e attuate in modo congiunto dai diversi enti responsabili: difatti Stato, Regioni e Comuni programmeranno e gestiranno unitariamente gli interventi ma mantengono le rispettive titolarità.

Il sistema avrà il compito di procedere alla programmazione integrata, alla valutazione e al monitoraggio degli interventi e dei servizi statali e territoriali rivolti alle persone anziane non autosufficienti. Tale sistema opererà nel rispetto degli indirizzi generali elaborati dal Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa), con la partecipazione attiva delle parti sociali e delle associazioni di settore, cui concorrono, secondo le rispettive prerogative e competenze, i seguenti soggetti:

  • a livello centrale, il Cipa;
  • a livello regionale, gli assessorati regionali competenti, i Comuni e i distretti sanitari di ciascuna Regione;
  • a livello locale, l’ambito territoriale sociale (Ats) e il distretto sanitario.

Il Cipa

È istituito il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza.

Inoltre, dovrà mirare al miglioramento qualitativo dei servizi residenziali e semiresidenziali per gli anziani che dovranno sempre più facilitare le normali relazioni di vita e le attività sociali nel rispetto della riservatezza della vita privata.

Dovrà anche promuovere ogni intervento idoneo a contrastare i fenomeni della solitudine sociale e della deprivazione relazionale delle persone anziane, indipendentemente dal luogo in cui si trovino a vivere, mediante la previsione di apposite attività di ascolto e di supporto psicologico e alla socializzazione, anche con il coinvolgimento attivo delle formazioni sociali, del volontariato, del servizio civile universale e degli enti del Terzo settore.

La prestazione universale per la non autosufficienza

È prevista l’introduzione, su base volontaria, in via progressiva e sperimentale di un’indennità unica universale anziani o prestazione universale per la non autosufficienza.

Tale prestazione riorganizza tutti gli aiuti rivolti agli anziani nell’ottica di riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi, ferma restando la disciplina attuale dell’indennità di accompagnamento.

La possibilità di riceverla dipenderà esclusivamente dal bisogno di assistenza dell’anziano, indipendentemente dalle sue condizioni economiche.

L’ammontare della prestazione sarà graduato in modo da risultare superiore per chi ha maggior bisogno di assistenza.

In particolare, i beneficiari potranno scegliere tra due opzioni:

a) un contributo economico senza vincoli d’uso;

b) la fruizione di servizi alla persona (forniti da gestori privati, enti pubblici o da badanti regolarmente assunte). Per premiare l’appropriatezza della scelta, l’opzione b) comporta una maggiorazione dell’importo.

Caregiver

La legge intende rivolgere anche attenzione alla qualità della vita individuale dei caregiver familiari, ossia di quei familiari che occupano un ruolo informale di cura, supporto e di vicinanza e che sono partecipi dell’esperienza di malattia del malato e che si impegnano nelle attività quotidiane di cura della persona.

In particolare, si prevedono specifiche tutele, anche in ambito previdenziale, per l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro del caregiver familiare, attraverso:

  • forme di sostegno idonee a evitare che dall’impegno assistenziale possa derivare un pregiudizio alla vita lavorativa, al completamento di percorsi di studio e formazione e all’esercizio delle responsabilità genitoriali e educative nei confronti dei figli minori;
  • interventi di formazione e di certificazione delle competenze professionali acquisite nel corso dell’esperienza sviluppata;
  • le audizioni delle rappresentanze di tali soggetti nell’ambito della programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria a livello nazionale, regionale e locale.

Il riordino delle agevolazioni per il lavoro con gli anziani

Al fine di promuovere il potenziamento, anche in via progressiva, delle prestazioni assistenziali in favore delle persone anziane non autosufficienti su tutto il territorio nazionale, la legge n. 33/2023 prevede la ricognizione, il riordino e la semplificazione delle agevolazioni contributive. In particolare, è prevista la rimodulazione delle aliquote e dei termini, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili, volte a sostenere la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio della persona non autosufficiente.

La formazione degli addetti all’assistenza

La legge definisce anche percorsi formativi idonei allo svolgimento delle attività professionali prestate nell’ambito della cura e dell’assistenza alle persone anziane non autosufficienti presso i servizi del territorio, a domicilio, nei centri semiresidenziali integrati e residenziali. Dovrà essere fatta anche un’identificazione dei fabbisogni regionali per assistenti sociali e pedagogisti.

La norma poi stabilisce che dovranno essere revisionati i criteri minimi di autorizzazione e di accreditamento dei soggetti erogatori pubblici e privati, anche del Terzo settore, per servizi di rete, domiciliari, diurni, residenziali e centri multiservizi socioassistenziali, sociosanitari e sanitari, previa intesa in sede di Conferenza unificata.

L’attivazione di punti di accesso unici

La legge prevede anche la semplificazione dell’accesso agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari e messa a disposizione di punti unici di accesso (Pua), collocati presso le Case di Comunità. L’obiettivo è di assicurare alle persone anziane non autosufficienti e alle loro famiglie il supporto informativo e amministrativo per l’accesso ai servizi dello Snaa e lo svolgimento delle attività di screening per l’individuazione dei fabbisogni di assistenza.

Valutazione della condizione di persona anziana non autosufficiente

È prevista una semplificazione e integrazione delle procedure di accertamento e valutazione della condizione di persona anziana non autosufficiente, favorendo su tutto il territorio nazionale la riunificazione dei procedimenti in capo ad un solo soggetto, la riduzione delle duplicazioni e il contenimento dei costi e degli oneri amministrativi. Sarà infatti prevista una valutazione multidimensionale unificata, da effettuarsi secondo criteri standardizzati e omogenei a livello nazionale, finalizzata all’identificazione dei fabbisogni di natura sociale, sociosanitaria e sanitaria della persona anziana e del suo nucleo familiare.

Assistenza domiciliare

Con riferimento alle prestazioni di assistenza domiciliare, la legge intende garantire un’offerta integrata di assistenza sanitaria, psicosociale e sociosanitaria, secondo un approccio basato sulla presa in carico di carattere continuativo e multidimensionale, orientato a favorire, anche progressivamente, il coinvolgimento degli enti del Terzo settore.

Fonte: Cantiere Terzo Settore

Stampa o condividi