L’Italia spende in educazione il 3,9% del Pil. Il dato italiano è inferiore alla media Ue (che è pari al 4,7% del Pil) ed è anche al di sotto di quello dei maggiori Paesi europei, in particolare Francia (5,4%) e Regno Unito (4,7%)”. Lo denuncia “L’Italia spende meno della media europea in educazione”, l’ultimo dossier dell’Osservatorio sulla povertà realizzato da Con i bambini e Fondazione Openpolis. “Nel dossier viene spiegato che “in termini assoluti, la contrazione del capitolo di spesa dedicato all’istruzione in Italia è coincisa con i primi anni della crisi, tra 2009 e 2012”. “In questo periodo la spesa in educazione (intesa in senso complessivo, dalle scuole per l’infanzia alle università) è calata da 72 miliardi annui a 65,4”. La cifra si è grosso modo stabilizzata negli anni successivi, e nel 2016 la spesa totale in educazione è stata pari a 65,6 miliardi.
A parte la Germania, tutti i maggiori Paesi europei durante la crisi hanno ridotto la percentuale di bilancio pubblico destinata all’istruzione: il Regno Unito è passato da oltre il 13% a circa l’11%, l’Italia – che già spendeva meno del 10% delle risorse in istruzione, a partire dal 2012 si è attestata attorno soglia dell’8% (dal 2014 il 7,9%). Un dato molto più basso della media e del livello degli altri partner europei. L’Italia, quindi, è “un paese che spende meno degli altri maggiori partner europei nell’istruzione. Una scelta che – conclude il dossier – rischia di essere miope. Nell’immediato, per le opportunità offerte ai più giovani. Sul lungo termine, per gli stessi presupposti di crescita del Paese”.
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