In occasione del seminario “Nuovo welfare, volontariato e sistema 266” promosso lo scorso 4 dicembre a Roma dalla Consulta Co.Ge, è stato presentato il Quarto Compendio statistico relativo ai Centri di Servizio e ai Comitati di Gestione dei Fondi speciali per il Volontariato.
A fine 2011 – si legge nella pubblicazione – si registrano in Italia 45.624 organizzazioni di volontariato, iscritte e non iscritte ai registri regionali o provinciali del volontariato, con un aumento costante nel tempo. Rispetto al 2010, infatti, si rivelano 1.755 OdV in più (4%). Al Nord in genere si contano più organizzazioni di volontariato iscritte nei registri (51,9%) e sono presenti in proporzione superiore all’incidenza della popolazione (45,3%). Al contrario i CSV del Sud conoscono una quota maggiore di organizzazioni non iscritte.
Dei 78 Centri di Servizio attivi, 7 sono regionali, 65 provinciali, 2 intraregionali (Lazio), 2 interprovinciali (Sicilia) e 2 sub-provinciali (Molise); hanno un’esperienza ormai consolidata e mediamente sono attivi da 13 anni; i Centri più giovani risiedono al Sud; tra sedi principali, delegazioni e sportelli periferici si contano in tutto 402 punti di servizio (1 ogni 146 mila abitanti e ogni 113 OdV). Tutti i CSV sono dotati di un sito internet per diffondere notizie e iniziative ai cittadini e alle associazioni; è in crescita l’adozione di un numero verde per facilitare il contatto telefonico di qualunque ipotetico utente.
Durante l’anno preso in considerazione nell’ultimo compendio statistico della Consulta Co.Ge, i 78 CSV contano complessivamente 721 addetti a tempo pieno (70 in meno rispetto all’anno precedente).
Un capitolo del Compendio è dedicato all’analisi delle erogazioni ai CSV e del loro impiego, tenendo conto e omogenizzando le diverse voci di rendicontazione dei CSV e i bilanci. Nel 2011 i 20 Co.Ge regionali hanno stanziato per i 78 CSV 67,7 milioni di euro: un dato pur sempre ragguardevole, ma in diminuzione rispetto alle attribuzioni del 2010 (-10,6%) che già risentivano della minor liquidità finanziaria del 2009 (-19,8%). Tenendo conto delle disponibilità rivenienti da esercizi precedenti e fondi provenienti da fonti terze (per un valore complessivo di 33,7 milioni), i CSV nell’anno esaminato hanno potuto disporre complessivamente di 101,4 milioni di euro (-12,2% rispetto il 2010). La spesa dei CSV nel 2011 ammonta complessivamente a 72,3 milioni di euro (6,8 in meno del 2010 e 21,7 milioni in meno del 2009). Esaminando i dati finanziari è possibile concludere che: in otto regioni i CSV sono in recessione (Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata); in due regioni si nota un ridimensionamento di budget, ma non di spesa (Sardegna e Puglia); in cinque regioni vi è un ridimensionamento della spesa ma non delle entrate (Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Marche e Campania); nelle restanti cinque regioni vi è una crescita sia di fondi che di spesa (Abruzzo, Sicilia, Calabria, Toscana e Trentino).
Come ha ricordato il curatore della pubblicazione Renato Frisanco, durante la presentazione del Quarto Compendio a Roma, «i CSV spendono meno, anche rispetto ai fondi disponibili, evidenziando sia una tendenza a realizzare politiche di risparmio, in linea con gli indirizzi e gli orientamenti dei Co.Ge, sia uno sforzo in atto di proiettare nel tempo linee di intervento di ciclo medio attraverso programmi pluriennali, diluendo così i finanziamenti disponibili con conseguente aumento di risorse vincolate e di residui. A determinare tale surplus di fondi incide tuttavia anche una certa difficoltà a concludere nell’arco dell’anno le attività programmate soprattutto se il personale è in decrescita numerica».