La sede dell’Avis di Sant’Eufemia detiene il record a livello provinciale del tasso di incidenza tra il numero dei donatori e quello degli abitanti. Nata nel 2003 come “costola” della sede principale di Lamezia Terme, con due donazioni l’anno e sessanta sacche complessive di sangue raccolto, è diventata con gli anni un centro “base” di raccolta mensile ed infrasettimanale, oltre che promotrice di raccolte esterne in caserma ed in aeroporto. Le raccolte annuali sono così diventate più di venti, e le sacche di sangue raccolte più di seicento.
La costante attività di sensibilizzazione alla donazione svolta in questi anni all’interno delle scuole, anche con il supporto dei ragazzi del servizio civile, ha permesso agli avisini di Sant’Eufemia di crescere e di “moltiplicarsi” (553 sono gli iscritti e 302 i soci): basta andare ad assistere ad una normale giornata di raccolta – come quella di domenica scorsa – per rendersi conto, del resto, di come la “squadra” degli avisini, capitanata da Carmelo Morgante, sia affiatata e ricopra con professionalità e dedizione il ruolo affidato.
Nei locali posti a fianco alla parrocchia di S. Giovanni Battista, il donatore entra in contatto con i responsabili della segreteria per la registrazione, e si mette in fila per la visita medica prima (per l’accertamento dei valori dell’emoglobina e la misurazione della pressione) e per l’eventuale donazione poi. L’ultimo passaggio prima di andare via è quello del “ristoro”: che sia debilitato o meno, il donatore è tenuto a rifocillarsi, e ad accettare l’invito delle volontarie a prendere una tazza di caffè accompagnata da un cornetto e da un pezzo di torta fatta in casa. Sulla tavola imbandita di domenica scorsa, la crostata alla nutella della signora Gisella spiccava fra tutti i dolci preparati per l’occasione: neanche un problema di natura familiare ha potuto impedire a Gisella di portare la crostata, perché “il benessere dei donatori viene prima di tutto”. E a documentare il clima disteso che si registra all’Avis di Sant’Eufemia, c’era anche il consulente dell’Avis nazionale, Claudio Bianchini: “Il rapporto con la popolazione che viene a donare è molto stretto a Sant’Eufemia – ha dichiarato Bianchini, intervistato dall’ufficio stampa del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro – Quel che rileva qui è l’accompagnamento del donatore, più che la raccolta di sangue in se stessa, a dimostrazione della continua attenzione che viene a lui dedicata nel seguire uno stile di vita sano per tornare a donare”.
Quello proposto dall’Avis, quindi, è un modello che Bianchini definisce “di sanità sociale” che dà la garanzia del sangue che viene raccolto, visti gli approfonditi controlli medici ai quali i donatori sono tenuti a sottoporsi. Ed è un modello che l’Italia esporta all’estero nella parte in cui il donatore si presta gratuitamente a dare una parte di sé senza riserve, e torna a farlo con grande senso di responsabilità. Spesso, infatti, il donatore trasmette il valore della gratuità anche ai propri figli. E in fila, tra i donatori più “storici” c’erano anche alcuni giovanissimi, con un numero sorprendente di donazioni alle spalle, e con la gioia, ben visibile, di donare.
Merito dell’azione capillare dei dirigenti e dei volontari avisini, che si sono adoperati per garantire la diffusione dei centri raccolta in tutto il territorio nazionale (sono 3610 i comuni in cui si registra la presenza dell’Avis) e per assicurare l’autosufficienza a molte province (la provincia di Catanzaro è tra queste). Già nella mattinata di domenica sono state circa sessanta le sacche di sangue raccolte che andranno portate al centro trasfusionale di Catanzaro.
C’è poi la questione della Riforma del Terzo Settore, che si spera possa facilitare l’attività dell’associazione, anche attraverso il nuovo accordo tra Stato e regioni, che fa sì che tutto sia “riconvenzionato” con le regioni, anche da un punto di vista fiscale. L’auspicio è che la competenza regionale favorisca l’attività di raccolta perché più vicina ai territori. Il numero dei donatori Avis in tutta Italia, del resto, si attesta al milione e 300mila: ma, come si può intuire, non si è mai troppi rispetto alle situazioni di emergenza e di bisogno che possono verificarsi.
Ufficio stampa CSV Catanzaro