Continua il viaggio della Ra.Gi. Onlus a contatto con i territori, le cittadinanze e le famiglie, per affrontare la questione della presa in carico delle persone con demenze. Il prossimo appuntamento sarà venerdì 22 marzo, a partire dalle ore 18,00, nella sala consiliare del Comune di Caraffa. Per l’occasione sarà presentato il libro “Il corpo nella demenza”, Maggioli Editore, scritto dalla presidente della Ra.Gi., Elena Sodano, per spiegare non soltanto agli addetti ai lavori il suo metodo “Teci”, terapia messa a punto dopo tanti anni di lavoro sul campo. Un metodo denominato “Terapia espressiva corporea integrata” che dà centralità al corpo, al contatto corporeo, al fine di creare con l’applicazione di più discipline dei ponti di comunicazione ancora possibili tra le persone con demenze e i terapeuti, i familiari, il mondo esterno.
Si tratta di una iniziativa di sensibilizzazione aperta alla cittadinanza. Prevista la presenza del sindaco di Caraffa, Antonio Sciumbata, e sempre per lo stesso Comune della vice sindaca Maria Cristina Riga, con delega alla sanità e alle politiche sociali. In scaletta, oltre all’intervento di Elena Sodano, i contributi del medico di medicina generale Eugenio Sirianni e di due operatori della Ra.Gi. Onlus: il sociologo Davide Costa e la psicologa Armanda Gigliotti. Modera Martina Mercaldo, volontaria di servizio civile di Avis provinciale Catanzaro e componente del “Comitato borgo del benessere”.
“Stiamo facendo questi incontri nei comuni della provincia di Catanzaro – spiega la presidente della Ra.Gi. – perché ci chiamano e perché vogliamo cambiare la cultura, la “pedagogia nera” che fino a oggi l’ha fatta da padrona rispetto alla presa in carico delle persone con demenze. Stiamo facendo questo lavoro – continua Elena Sodano – anche grazie al sostegno delle associazioni presenti nei territori. Sono occasioni di formazione e di informazione rivolte anche alle famiglie, che devono sapere come affiancare le persone con demenze. Parliamo del libro, ma anche di un metodo, di una filosofia particolare. Perché mette al centro le persone con demenze considerandole interiormente ricche e piene di valori. Sono persone – conclude Sodano – che nonostante debbano convivere con la malattia possono essere ancora protagoniste del loro tempo”.