Save the Children: “Oltre 8.000 i minori sbarcati a Lampedusa negli ultimi 5 anni”

Nel 2016 sono circa 780 i migranti arrivati in Italia, di cui 105 minori quasi tutti non accompagnati. Raffaela Milano:“Continua l’esodo dalle zone di conflitto. L’Europa rafforzi salvataggi in mare e assicuri canali sicuri”.
ROMA – Negli ultimi cinque anni, dal 2011 al 2015, sono stati 8.238 i minori sbarcati a Lampedusa, dei quali 1.428 accompagnati e 6.810 non accompagnati. A tracciare un bilancio è Save the children che in vista della giornata del migrante e del rifugiato rinnova l’appello all’Europa affinché rafforzi l’intervento di salvataggio in mare, soprattutto nell’Egeo, assicuri i bisogni primari dei migranti che arrivano e attivi canali alternativi e sicuri di accesso all’Europa, attraverso programmi di ammissione umanitaria. “Per troppi bambini e per le loro famiglie oggi le tante “porte d’Europa” non rappresentano un approdo sicuro – ha dichiarato Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the children -, ma segnano l’inizio di una nuova odissea”.
Complessivamente nel 2015 sono arrivati via mare in Italia 153.842 migranti, tra cui 16.362 minori di cui 12.272 minori non accompagnati, di origine prevalentemente eritrea (3.089), egiziana (1.711), somala (1.296), gambiana (1.268) e nigeriana (1.006). Secondo le stime di Save the Children, inoltre, dal 1 al 15 gennaio 2016 sono approdati nel nostro Paese circa 780 migranti, fra i quali almeno 105 minori (5 accompagnati e 100 non accompagnati). Per Milano, infatti, “continua l’esodo dalle zone di conflitto di migliaia di persone che affrontano i rischi del viaggio, aggravati drammaticamente dalla stagione invernale: e i bambini sono le prime vittime di ipotermia e dei naufragi. Non si può aspettare inermi il verificarsi di altre tragedie annunciate. E’ indispensabile rafforzare immediatamente l’intervento di salvataggio in mare, soprattutto nell’Egeo; assicurare durante il viaggio dei migranti in Europa l’essenziale per essere protetti dal freddo e per rispondere agli altri bisogni primari; attivare canali alternativi e sicuri di accesso all’Europa, attraverso programmi di ammissione umanitaria perché, ad oggi, come ben sappiamo, l’unica possibilità di fuga consiste nel mettersi nelle mani dei trafficanti. E’ necessario, infine, che l’Europa tutta condivida le responsabilità dell’accoglienza rendendo effettivo il sistema di ricollocamento e definendo un sistema di asilo europeo”.
Fonte: www.redattoresociale.it

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