Sbarchi senza fine, lo stress dei volontari: assistiamo a scene drammatiche

Sotto pressione il porto di Vibo Valentia in Calabria, da mesi impegnato nell’emergenza sbarchi oltre a Crotone e Reggio Calabria. Nocera, responsabile della protezione civile di Vibo Valentia: “Siamo in pochi e non abbiamo mezzi sufficienti”.
VIBO VALENTIA – “Gli sbarchi si susseguono a ritmo serrato e noi avremmo bisogno di altri volontari e attrezzature specifiche per far fronte a questa emergenza senza fine”. A parlare così è Nicola Maria Nocera, presidente del nucleo di protezione civile “Augustus” di Vibo Valentia, da mesi impegnato nell’emergenza sbarchi che in regione sta coinvolgendo anche il porto vibonese, oltre a Crotone e Reggio Calabria. L’ultimo ieri: 700 migranti giunti in porto a bordo della nave “Bourbon Argos”. “Cerchiamo di fare i turni e di garantire sempre il nostro apporto perché la rete dell’associazionismo a Vibo ha delle ‘maglie molto larghe’.– spiega Nocera – Oltre a noi dell’Augustus, ci sono i volontari di Arci pesca e della Croce rossa. Nonostante la carenza di realtà associative presenti sul territorio e di attrezzature adeguate, in questi mesi siamo stati in grado di affrontare al meglio questa grave emergenza, dando vita comunque ad una macchina collaudata ed efficiente”.
Il responsabile del nucleo di protezione civile sottolinea: “Ai medici che il ministero ha inviato per sovrintendere al primo soccorso nell’emergenza sbarchi, abbiamo fatto notare che tutti stiamo subendo un trauma da stress non indifferente. Siamo – rimarca Nocera –  al dodicesimo sbarco in poche settimane, stiamo assistendo a scene drammatiche; cerchiamo di venire in aiuto ad un’umanità fin troppo sofferente e, certo, non ce ne torniamo a casa a cuor leggero”.  Il presidente di Augustus plaude all’impegno e allo spirito di abnegazione di tutti coloro che, ad ogni sbarco, non si risparmiano per accogliere centinaia di persone che fuggono dall’orrore e che miracolosamente riescono ad arrivare vive sulle nostre coste. “Noi mettiamo tutto ciò che abbiamo a disposizione ma – ribadisce Nocera – non basta. Siamo in pochi e non abbiamo mezzi sufficienti. Abbiamo creato anche una piccola ludoteca sulla banchina del porto, un angolo per il giogo dedicato ai bambini che attendono di essere trasferiti, cercando di regalare loro qualche sorriso e un po’ di serenità. Ma – insiste il responsabile di Augustus – tutto ciò non basta”. Nell’ultimo sbarco di ieri 30 bambini e tante donne, molte delle quali incinte. La maggior parte dei profughi sono famiglie di origine siriana; gli altri provengono da Costa d’Avorio, Mali, Camerun, Nigeria, Sudan, Eritrea, Etiopia, Bangladesh e Pakistan. Le condizioni di salute dei migranti sono buone; dai primi accertamenti, i sanitari hanno riscontrato qualche caso di scabbia. Sempre ieri mattina, a Reggio Calabria a bordo della nave Fiorillo sono arrivati 250 profughi, tra cui i cadaveri di un uomo e tre donne.
L’uomo è morto per annegamento poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia. Le tre donne, invece, sono morte per le esalazioni di benzina fuoriuscite dal barcone; infatti, i loro corpi presentano anche gravi ustioni. Il pubblico ministero della procura della Repubblica di Reggio Calabria ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso; contestualmente si procederà anche all’identificazione ufficiale dei quattro cadaveri. A soccorrere i migranti anche i volontari del soccorso sanitario dell’Ordine di Malta. (msc)
Fonte  Redattore Sociale
 

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