Educare il bullo? È possibile, ma serve collaborare
Seminario promosso dall’associazione “MiPiaci”che si rivolge alla famiglia e alla scuola
di Giusy D’Angelo
EDUCARE il bullo. Per l’associazione di psicologie psichiatri “MiPiaCi” è possibile se, in un percorso di crescita, vengono inseritela scuola e la famiglia, “Il disagio in età infantile e adolescenziale. Il caso del bullismo e del cyberbullismo” è la tematica sulla quale andranno a confrontarsi esperti di settori, professionisti nell’ambito della psichiatria e psicologia, avvocati e ricercatori. Perché per combattere il bullismo, nelle sue diverse forme, è necessario il sinergia e lavoro tra professionalità diverse. L’evento, promosso dald ipartimento Lingue e scienze dell’educazione dell’Unical, si terrà oggi e rientra nel ciclo di seminari professionalizzanti. Aperto a tutti, l’appuntamento è indicato soprattutto per educatori e pedagogisti. Ed a loro si rivolgeranno i rappresentati della “MiPiAci”, diretti dal presidente Bruno Pisani. I dati, stilati dai maggiori Istituti di ricerca, riferiscono cifre drammatiche. Basti pensare che poco più del 50 percento, degli adolescenti (tra gliundici ed i diciassette anni) ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri coetanei. Benil 19,8 percento è vittima assidua di una delle “tipiche” azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese. Mentre per il 9,1 percento gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale. Lo scopo del sodalizio vibonese, in un contesto di confronto con soggetti che lavorano a contatto con i ragazzi, è quello di apportare il proprio bagaglio di competenze ed esperienze: «L’azione preventiva-suggerisce lo psichiatra Pisani – deve necessariamente partire dal contesto familiare senza tralasciare l’ambiente scolastico. Sono proprio questi, infatti, iluoghi nei quali si sviluppa la personalità dei ragazzi», La “MiPiAci”, attiva sul territorio con una sezione a Vibo Valentia, ma presente nelle scuole della Provincia tramite laboratori. incontri e dibattiti, agisce in due direzioni, Da un lato,si coinvolgono i giovani in manifestazioni e appuntamenti in grado di accrescere l’autostima, il rispetto verso l’altro, il dibattito costruttivo con gli adulti; dall’altro si fornisce, tramite corsi formativi, ad insegnanti, operatori nel sociale, genitori, un modello educativo differente, basato sul valore del“buon esempio”, La famiglia rimane l’ambito privilegiato d’intervento, perché proprio nelle dinamiche familiari, si forma la percezione del giusto o sbagliato. I risultati raccolti nel corso dell’attività dell’associazione saranno parte integrante del contributo che la “MiPiAci”apporterà in seno al convegno Unic