Nei giorni scorsi, a Roma, si è svolto l’incontro dei volontari, formatori e dirigenti del Servizio Civile Universale con il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Ad aprire l’appuntamento, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che ha compiuto la ricostruzione storica del Servizio Civile e ne ha ripercorso le principali tappe, fino alla recente legge di riforma. Un percorso iniziato 45 anni fa – ha ricordato il Ministro – “con la legge 15 dicembre 1972, n. 772, che introdusse nel nostro ordinamento la facoltà di adempiere al dovere costituzionale di difesa della Patria con gli strumenti della solidarietà, della cittadinanza attiva, dell’impegno civico”.
Il successo della formula – da subito premiata con un numero molto elevato di adesioni – confermò la bontà dell’intuizione iniziale e ne causò una serie di lunghi e importanti aggiornamenti. Di certo, una delle tappe fondamentali per il Servizio Civile fu la sua legge istitutiva, la legge 6 marzo 2001, n. 64. Il Ministro Poletti ne ha ricordato la rilevanza: quello italiano, ha detto, fu il “primo Servizio Civile d’Europa organizzato su base volontaria, al quale hanno fatto seguito quello francese nel 2006 e quello tedesco nel 2011”. Le cifre parlano chiaro: dal 2001, oltre 380.000 giovani hanno prestato Servizio Civile, impegnati in progetti di varia natura: assistenza, protezione civile, tutela dell’ambiente e dei beni culturali, educazione alla cittadinanza, cooperazione internazionale e pace nel mondo.
Il Ministro ha pure ripercorso l’azione che, negli ultimi quattro anni, il Governo ha realizzato in tema di Servizio Civile. L’Esecutivo, ha ricordato, “si è mosso lungo tre direttrici precise: il rilancio, la sperimentazione di differenti forme di organizzazione del Servizio e la riforma dell’istituto nel suo complesso”. Un percorso inedito in ogni altra Nazione a conferma, una volta di più, del primato dell’Italia in materia di Servizio Civile.
Poletti ha ricordato i tagli al bilancio dello Stato, effettuati a causa della crisi economica, che avevano colpito pesantemente il Servizio Civile, in particolare nel biennio 2012/2013. Proprio la necessità di diversificare le fonti di finanziamento ha condotto l’attuale Governo a esplorare strade inedite che rappresentano autentiche innovazioni. La più evidente è stata l’inserimento del Servizio Civile Nazionale nel programma europeo “Garanzia Giovani”. L’Italia – ha rivendicato con orgoglio il Ministro – “è l’unico Paese dell’Unione ad averlo fatto e il Servizio Civile si è rivelato uno strumento importante per combattere l’inattività dei giovani e, in particolare, per ricondurre nel circuito formazione – lavoro i giovani NEET”.
In conclusione del suo intervento, il Ministro Poletti ha ribadito che, con la piena attuazione della riforma, il Servizio Civile è destinato ad assumere un ruolo sempre più incisivo. Si tratterà di uno strumento, ha spiegato, che contribuirà “al mantenimento dei diritti e del benessere dei cittadini” e punterà a offrire “possibilità concrete di inclusione sociale e mezzi non solo per impegnarsi concretamente in attività di alto valore civile, ma anche per affrontare “con qualche certezza in più” e maggior sicurezza il proprio futuro”.
A seguire, la tavola rotonda con i volontari, moderata dalla conduttrice televisiva Geppi Cucciari, cui hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Bastianini, Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile Universale, e Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
È stato proprio l’onorevole Bobba a tracciare il bilancio degli anni più recenti. “Abbiamo compiuto a passo spedito – ha posto in evidenza – un importante percorso di riforma”. Nonostante questo traguardo storico, ha proseguito il Sottosegretario, gli obiettivi per il futuro non mancano: “Vogliamo dare un respiro europeo all’esperienza del Servizio Civile, legare la sua esperienza a ciò che avverrà dopo nel mondo del lavoro, aprire il Servizio ai giovani che non hanno opportunità. Il nostro obiettivo – ha terminato – è fare dire a tutti i volontari: ne è valsa la pena!”.
L’incontro è stato concluso dal Premier, Paolo Gentiloni, che ha posto al centro il valore etico dell’esperienza volontaria. Rivolto ai giovani presenti in sala, ha parlato di “esperienza che serve alla nostra comunità e serve all’Italia”. Il Presidente del Consiglio ha ricordato che un tempo si poteva servire il proprio Paese soltanto vestendo la divisa mentre oggi, proprio attraverso il Servizio Civile, si possono “difendere e servire la Patria in modo differente”. Nel ringraziare i volontari presenti, Gentiloni ha detto che il Servizio Civile è un’attività nobile che va celebrata, che spesso viene svolta all’estero e di cui dobbiamo essere fieri e orgogliosi, poiché si tratta di “un pezzo d’Italia che racconta al mondo di un Paese generoso”.