<< Si cavalca la paura Rischi di Razzismo >>
Il Papa denuncia il clima d’odio verso gli stranieri Il fatto. Il Pontefice alla conferenza internazionale su xenofobia e nazionalismo: «Chi sfrutta i migranti dovrà risponderne a Dio» Monito di Francesco alla politica a «non strumentalizzare» i timori della gente «per interessi elettorali». E sollecita tutti «a coltivare e promuovere il rispetto della dignità intrinseca di ogni persona». Nel documento finale, i rappresentanti del Consiglio mondiale delle chiese cristiane ribadiscono il forte «no» all’«idolatria dei confini nazionali». Escludere chi cerca rifugio, aggiungono, «è inaccettabile e mina la testimonianza cristiana nel mondo». LIVERANI E MUOLO A PAG. 5 Il discorso. Il Pontefice ha ricevuto i partecipanti alla conferenza internazionale su xenofobia e razzismo. «Disprezzo e odio ispirano gli episodi di intolleranza» «Chi si arricchisce coi migranti dovrà renderne conto a Dio» Severo monito di papa Francesco contro il populismo «Non strumentalizzare le paure per interessi elettorali» n giorno «dovranno rendere conto davanti a Dio» delle loro scelte «coloro
U che traggono giovamento economico dal clima di sfiducia dello straniero, in cui l’irregolarità o l’illegalità del soggiorno favorisce e nutre un sistema di precariato e di sfruttamento, talora a un livello tale da dar vita a vere e proprie forme di schiavitù». Per lo meno tutti costoro «dovrebbero fare un profondo esame di coscienza». Così come del resto coloro che cavalcano i populismi «con promesse illusorie per miopi interessi elettorali». È il severissimo monito contenuto nel discorso scritto che il Papa ha consegnato ieri ai partecipanti alla Conferenza internazionale su “Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto delle migrazioni mondiali”, svoltasi a Roma per iniziativa del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), in collaborazione con il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Francesco avrebbe dovuto leggere quanto preparato di fronte ai suoi ospiti, ricevuti in udienza nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, ma ha preferito dare all’incontro un volto meno formale. «Cari amici, buongiorno – ha detto all’inizio –. Ho scritto un discorso da leggere, ma è un po’ lunghetto… Per questo preferisco dirvi due o tre parole dal cuore e poi salutarvi ad uno ad uno: questo per me è molto importante». In effetti il Papa si è intrattenuto a lungo e cordialmente con ciascuno dei presenti. Ma il discorso scritto, come ha precisato una nota della sala stampa, si dà per letto, e contiene espressioni molto forti sul tema delle migrazioni, dell’incontro tra persone di diversa provenienza e del clima politico più in generale, segnato da quel populismo verso il quale già in altre occasioni papa Bergoglio aveva messo in guardia.
Il Pontefice è partito dalla ricognizione dell’esistente: «Viviamo tempi in cui» sembrano riprendere forza e ampia diffusione «sentimenti di sospetto, di timore, di disprezzo e perfino di odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa». Tali sentimenti, ha proseguito Francesco, «troppo spesso ispirano veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione, che ledono gravemente la dignità delle persone coinvolte e i loro diritti fondamentali, incluso lo stesso diritto alla vita e all’integrità fisica e morale». Da che cosa dipende questo clima negativo? Tra le cause il Papa ha indicato la «tentazione», alla quale si cede anche «nel mondo della politica», di «strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali». Non c’è la parola populismo, ma il ritratto è più che eloquente. Tra l’altro è da ricordare che meno di una settimana fa, parlando a Palermo durante la Messa al Foro Italico, il Pontefice aveva notato: «Senti la vita della tua gente che ha bisogno, ascolta il tuo popolo. Questo è l’unico populismo possibile, l’unico “populismo cristiano”: sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese». Ecco perché ieri è tornato sul tema, ricordando che «la gravità di questi fenomeni non può lasciarci indifferenti. Siamo tutti chiamati – ha scritto nel discorso consegnato ai congressisti – nei nostri rispettivi ruoli, a coltivare e promuovere il rispetto della dignità intrinseca di ogni persona umana, a cominciare dalla famiglia — luogo in cui si imparano fin dalla tenerissima età i valori della condivisione, dell’accoglienza, della fratellanza e della solidarietà — ma anche nei vari contesti sociali in cui operiamo». Un particolare impegno il Papa lo ha chiesto a formatori, educatori, operatori della comunicazione, leader religiosi (e in particolare delle Chiese cristiane) perché «contribuiscano a costruire società fondate sul principio della sacralità della vita umana e sul rispetto della dignità di ogni persona, sulla carità, sulla fratellanza — che va ben oltre la tolleranza — e sulla solidarietà». E, infine, si è rivolto agli operatori della comunicazione, così determinante per la formazione della pubblica opinione nel mondo contemporaneo. Questi ultimi, ha sottolineato Francesco, hanno «il dovere di porsi al servizio della verità e diffondere le informazioni avendo cura di favorire la cultura dell’incontro e dell’apertura all’altro, nel reciproco rispetto delle diversità». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’appello
«Siamo tutti sollecitati a coltivare e promuovere il rispetto della dignità intrinseca di ogni persona»