Solidarietà alimentare e fondi alle zone rosse con il Ristori ter
Nuove misure a sostegno delle attività colpite dalle ultime restrizioni per arginare il contagio da coronavirus. Previsti nel 2020 1,45 miliardi per le zone più colpite e nuovi finanziamenti al Fondo per le emergenze nazionale
Nuovi aiuti dal Governo per arginare le conseguenze economiche delle limitazioni alle attività introdotte per arginare il contagio da coronavirus. È, infatti, entrato in vigore ieri 24 novembre il cosiddetto Ristori ter (dl 23 novembre n. 154), che destina una quota importante delle risorse stanziate a ristorare le attività interessante, direttamente o indirettamente dagli ultimi Dpcm, quello del 24 ottobre e del 3 novembre 2020. Quest’ultimo provvedimento – è noto – ha suddiviso il territorio italiano in tre aree (gialla, arancione e rossa) a seconda dell’andamento del contagio, disponendo restrizioni diversificate per arginare la diffusione dell’epidemia sanitaria.
Dal Ristori al Ristori-ter
Il Ristori ter è il terzo tassello di un mosaico di provvedimenti adottati per arginare gli effetti economici delle misure restrittive imposte dopo l’allentamento estivo. Come noto, il “primo” Ristori (d.l. n. 137/2020) ha già introdotto diversi aiuti sulla base delle restrizioni imposte dal Dpcm del 24 ottobre 2020; il Ristori bis (d.l. n. 149/2020) ha successivamente previsto alcune misure di sostegno per i settori interessati dalle restrizioni imposte dal Dpcm del 3 novembre 2020.
Questo ultimo provvedimento interviene oggi introducendo ulteriori misure finanziarie volte a garantire aiuti anche alle imprese presenti nelle Regioni inserite successivamente nelle zone arancione o rossa.
400 milioni per la solidarietà alimentare
Presso il Ministero dell’Interno è istituito un fondo, con dotazione finanziaria di 400 milioni di euro nel 2020, per consentire ai Comuni l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare. Si tratta, nello specifico di acquisto e distribuzione di generi alimentari o prodotti di prima necessità e di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun comune nel proprio sito istituzionale.
L’erogazione delle somme agli enti locali dovrà avvenire entro sette giorni dal Dpcm del 24 novembre e sarà l’ufficio dei servizi sociali di ciascun comune a individuare i beneficiari e il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, con priorità per quelli che non sono già assegnatari di sostegno pubblico.
Già nel 2020 1,45 miliardi di aiuti alle zone rosse
Sono anzitutto stanziate risorse per incrementare il Fondo istituito dal Ristori bis e garantire aiuti (dai contributi a fondo perduto al bonus affitto) anche alle attività svolte nei territori che passano alla cosiddetta “zona rossa” sulla base delle ordinanze adottate dal Ministro della salute del 13 novembre 2020 e del 20 novembre 2020, per l’anno 2020 è di 1,45 miliardi di euro e, per il 2021, di 220,1 milioni di euro.
100 milioni al Fondo per le emergenze nazionale
È incrementata di 100 milioni di euro per il 2020 la dotazione del Fondo per le emergenze nazionale (istituito dal d.lgs. n. 1/2018) per provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.
Contributi a fondo perduto anche per le calzature
Altra importante novità è l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle destinatarie del contributo a fondo perduto nelle zone rosse.
Più specificamente, nella lista dei codici Ateco delle attività che operano in zona rossa ammesse a beneficiare dei contributi a fondo perduto – per cui è possibile presentare domanda all’Agenzia delle Entrate dal 20 novembre 2020 – è inserito il codice 47.72.10 “Commercio al dettaglio di calzature e accessori”. L’indennizzo è determinato applicando al precedente contributo riconosciuto dal decreto Rilancio (d.l. n. 34/2020) l’aumento percentuale del 200%.