Solidarietà alimentare, ecco le indicazioni di Anci

Solidarietà alimentare, ecco le indicazioni di Anci

Le linee guida lasciano autonomia ai singoli enti per la gestione delle risorse, la definizione delle modalità e l’individuazione dei beneficiari ma definiscono il quadro generale in cui gestire buoni spesa o acquisiti di prodotti. Priorità ai nuclei che non sono destinatari di altri sostegni 

di Lara Esposito

Arrivano dall’Anci con una prima nota di indirizzo le indicazioni sulla gestione dei fondi per l’iniziativa di solidarietà alimentare attivata dal Governo con 400 milioni di euro per fronteggiare le conseguenze economiche della diffusione del coronavirus. Come si legge in un articolo del Cantiere terzo settore, il provvedimento, infatti, è stato definito grazie alla collaborazione tra Governo, Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Associazione nazionale dei comuni italiani, tassello finale e fondamentale per la corretta gestione del finanziamento.

È dello scorso 29 marzo, infatti, l’ordinanza della Protezione civile che definisce risorse, requisiti e modalità di gestione di questi fondi. L’obiettivo è di rendere il più possibile autonomi i Comuni chiamati a soddisfare immediatamente il bisogno dei propri cittadini in stato di bisogno utilizzando anche mezzi e strumenti già in uso e in deroga alle ordinarie norme sugli affidamenti.

Ma cosa prevedono le linee guida dell’Anci? Ecco le principali indicazioni.

Buoni spesa: ok anche a titoli già legittimati ed elenco libero degli esercizi commerciali
Previsti dal provvedimento, si possono utilizzare anche titoli già legittimati all’acquisto già in uso presso l’ente. Per fare qualche esempio, è il caso di voucher sociali, dei buoni pasto utilizzabili per il servizio sostitutivo di mensa oppure è possibile esternalizzare (senza per forza una procedura di evidenza pubblica) questa attività a soggetti terzi idonei alla realizzazione e distribuzione dei titoli legittimati all’acquisto per i beneficiari.

In generale, sono utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali identificati in un apposito elenco pubblicato sul sito istituzionale del Comune. Per consentire la massima flessibilità nella gestione dell’emergenza, l’individuazione degli esercizi non è soggetta a nessuna procedura standardizzata. Gli enti sono liberi di attivare convenzioni con le realtà commerciali che hanno manifestato interesse o procedere anche ad elenchi “aperti”, senza scadenza, per raccoglierne le adesioni.

Come gestire i generi alimentari e i prodotti di prima necessità
Come già indicato nell’ordinanza della Protezione civile, per l’acquisto e la distribuzione dei beni gli enti possono avvalersi degli enti del terzo settore. Nello specifico, nell’individuazione dei fabbisogni i Comuni in particolare possono coordinarsi con quelli già attivi nella distribuzione alimentare realizzata nell’ambito del Programma Operativo del Fondo di aiuti Europei agli indigenti (FEAD). Non sono disposte restrizioni agli spostamenti del personale degli enti del terzo settore e dei volontari coinvolti. Gli acquisti non sono assoggettati alle procedure del Codice degli appalti.

Beneficiari, ad avere la priorità chi non beneficia di altri sostegni
Nelle maglie di un provvedimento che lascia molto spazio alla gestione dell’emergenza ai singoli enti, non vengono indicati criteri specifici per l’individuazione dei beneficiari e del relativo contributo. La competenza in merito è affidata all’Ufficio dei Servizi sociali di ciascun Comune. Come si legge nella nota, la platea è identificata tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno. L’ufficio, però, darà priorità a quelli non assegnatari di sostegno pubblico (RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale). Allo stesso tempo, questa indicazione non esclude che le risorse possano essere attribuite anche a percettori di altre forme di sostegno pubblico al reddito.

Modalità di accesso, qualche indicazione di massima
Tra quelle possibili, nella nota si indicano semplici modelli di autocertificazione che consentano a chi ne ha diritto di accedere celermente alle misure del decreto. È consentito anche l’accesso alle misure attraverso avviso aperto e a scorrimento dei richiedenti aventi diritto fino ad esaurimento delle spettanze o delle risorse comunque disponibili. Si indica, inoltre, la possibilità che gli uffici procedano con criteri meramente proporzionali, fino ad esaurimento fondi. Si suggerisce all’Ufficio dei Servizi Sociali del Comune, infine, di rilasciare formale certificazione con un numero univoco di progressione ai beneficiari delle misure, idonea ad un loro riconoscimento da parte degli esercenti degli esercizi commerciali.

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