Lo spettacolo formativo della Ra.Gi: come far leva sulle emozioni delle persone con demenza

spettacolo ragi

È partita lunedì 19 settembre la tre giorni organizzata dalla Ra.Gi. Onlus per celebrare l’inaugurazione del nuovo Centro Diurno. L’evento, svolto in concomitanza con la XXIII Giornata Mondiale dell’Alzheimer, si è aperto con lo spettacolo formativo dal titolo “La demenza imperfetta – Viaggio tra i luoghi comuni nei territori della mente”, svolto a partire dalle ore 16.00, nell’Auditorium del Seminario Arcivescovile San PIO X.

Durante l’evento, il vasto pubblico presente in sala ha avuto l’opportunità di entrare in contatto con un approccio nuovo del prendersi cura della demenza. La cura di queste patologie è stata trattata in maniera diversa da quella medico/scientifica e farmacologica, con un linguaggio più leggero, più comprensibile da parte delle famiglie, che sono le principali interlocutrici e destinatarie dei messaggi che l’associazione Ra.Gi. vuole lanciare in occasione di questa iniziativa, in quanto sono loro che, dopo la diagnosi, devono prendersi cura dei familiari con demenza.
Nel parlare dell’Alzheimer e delle altre Demenze, si sono tenuti lontani quei luoghi comuni che fanno di queste malattie solo uno stigma sociale che mette tanto sgomento.
La forma di comunicazione e trasmissione dei contenuti è stata quella dello “spettacolo formativo”, una forma innovativa di formazione ed informazione che mette insieme Scienza, Medicina ed Arte.
Sul palcoscenico si sono avvicendati esperti ed artisti, le cui performance hanno regalato profonde emozioni. Ad interagire con gli ospiti, presentandoli al pubblico c’erano la giornalista Emanuela Gemelli e l’attrice Annarita Palaia.
Il primo a calcare la scena è stato il giovane violinista Marco Catracchia. A seguire un momento di profonda emozione e riflessione, con la lettura di una lettera scritta da una donna di cinquant’anni affetta da Alzheimer. Una patologia subdola che ha assunto una grande portata «cogliendo il sevizio sanitario impreparato – ha affermato il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Giuseppe Perri -. Si tratta di malattie che coinvolgono non solo il paziente, ma tutta la sua famiglia, per questo la loro cura richiede un approccio integrato. Dietro una persona con questa patologia c’è tutta una vita e non può finire tutto con una diagnosi». Infatti, come ha sottolineato Laura Iozzo, psichiatra e psicoterapeuta Ra.Gi., « nonostante la devastazione neurologica che questa patologia comporta, essa non porta via le emozioni ed è soprattutto questo il canale di comunicazione e cura a cui fa riferimento l’approccio terapeutico della Ra.Gi.». Emozione e relazione sono le parole chiave di un nuovo approccio di cura, quello usato all’interno del Centro Diurno Ra.Gi., «un approccio caratterizzato dall’uso delle terapie psico-corporee, associate anche alla cura di patologie come i Dca, le disabilità e alla psiconcologia», come ha affermato Roberta Aloe, psicologa Ra.Gi.
Per presentare al pubblico la struttura e le sue peculiarità è stata scelta la visione di un video realizzato dallo storyteller, film maker e fotografo Massimo Castelli. Ad introdurre la visione del filmato Elena Sodano, psicologa, terapeuta psico-corporea e responsabile del Centro, la quale ha sottolineato come «proprio il Centro sia una vera conquista per la Ra.Gi. e per la Calabria intera, essendo l’unica struttura simile presente in tutta la regione».
La presidente della Ra.Gi. ha inoltre evidenziato che «questo traguardo è stato raggiunto solo grazie alla caparbietà e alla passione dei professionisti che ci hanno fortemente creduto e senza il supporto di alcun finanziamento pubblico».
Oltre al video, durante la serata, è stata proposta anche la visione di due performance in cui sono state messe in scena le terapie corporee della Ra.Gi.: l’esibizione delle danza “Dna relazionale”, in cui Elena Sodano ha danzato insieme ai ragazzi del Centro Calabrese di Solidarietà e una ninna nanna con violino, durante la quale gli operatori della Ra.Gi. hanno lavorato a livello corporeo ed emozionale con i pazienti affetti da demenza.
L’associazione sta anche portando avanti un progetto dal titolo”Alzh 432hz”, descritto da Andrea Galiano, psicologo, criminologo e musicista, il quale ha spiegato che «esso riguarda la realizzazione di brani musicali a 432 hertz, il cui ascolto può stimolare l’apprendimento, le capacità mentali e la guarigione fisica».
L’intervento della veterinaria Odra Russo, accompagnata dai suoi cani Tabata, Ginger e Coca, ha posto, poi, l’accento su un’altra tipologia di terapia non farmacologica dalle proprietà terapeutiche sorprendenti: la pet-therapy
La necessità di un approccio più empatico nella cura di queste patologie è stata sottolineata anche da Saverio Palermo, primario dell’UOC di Medicina Nucleare dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” e da Roberto Lacava, geriatra dell’Unità “Tutela Salute Anziani”, Centro U.V.A. dell’Asp di Catanzaro.
Ferdinando Schiavo, neurologo e autore del libro ”Malati per forza”, ha ribadito questo concetto relazionando sul tema “Demenze, viaggio necessario tra errori e luoghi comuni”. Secondo il dottor Ferdinando Schiavo, «la medicina della fretta non è in grado di affrontare la complessità degli anziani, perché non sa trovare un’armonia tra la componente scientifica e quella relazionale. Sia i medici, sia le persone comuni sono impreparati ad affrontare la vecchiaia, non trovano il tempo per osservare, per aspettare lo svolgere del ritmo naturale delle malattie e pretendono che le cure risolvano rapidamente ogni problema. Ma i farmaci a volte non possono essere utilizzati e ci sono troppi effetti collaterali e in quei casi è inutile somministrarli, serve un approccio diverso».
Di grande interesse anche l’intervento di Marco Toscani, regista del cortometraggio sull’Alzheimer dal titolo “Ti ho incontrata domani”, prodotto da Paola Taufer, della Sipaa di Trento (Società Psicologia Adulto e Anziano), che si è aggiudicato il Global Short Film Award di Cannes 2016. «Abbiamo cercato di portare lo spettatore nei meandri di quel grande smarrimento che prova chi è affetto dal questa malattia e nel dolore dei familiari. È un corto sull’amore che un familiare dona al suo caro, fino alla fine». Mario Peretti, attore protagonista del corto, ha condiviso la sua personale esperienza di questa terribile malattia, che ha colpito sua madre.«Le emozioni e il dolore che ho provato nella vita reale mi hanno aiutato ad interpretare il suo ruolo all’interno del cortometraggio, dove la mimica e l’espressione predominano sul parlato».
Durante la serata, anche Alfredo Serrao ha scelto di parlare della propria esperienza di dolore e difficoltà per via della madre affetta da demenza.
Il connubio tra arte e scienza è proseguito con le esibizioni canore del duetto composto dal dottore e cantautore Saverio Palermo e dal medico chirurgo responsabile della Medicina d’urgenza del “Pugliese-Ciaccio”, Alfredo Cosentini e da quella del cantautore e giornalista Marcello Barillà. L’attrice Emi Bianchi è andata in scena con la recitazione di alcune poesie scritte dai pazienti del Centro Diurno, accompagnata da Marco Catracchia. Inoltre c’è stato anche spazio per la pittura, con l’esposizione d
elle opere del maestro Umberto Falvo.

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