Stabili le donazioni biologiche, la sfida dell’andamento demografico

Rapporto “Noi doniamo”. Nel 2019 oltre 1,6 milioni gli italiani che hanno donato il sangue almeno una volta. 3.813 i trapianti di organi grazie a donazioni di 364 viventi e 1.379 deceduti ma la richiesta supera la disponibilità. “Fondamentale l’aumento dei donatori, specialmente giovani”.
ROMA – Nel 2019 sono stati 1.683.470 gli italiani che hanno donato il sangue almeno una volta (+0,04% rispetto al 2018) e il 92% di loro sono iscritti ad associazioni (dati del Centro Nazionale Sangue). Lo rileva lo studio “Noi doniamo – Edizione 2020“, condotto dall’Istituto Italiano della Donazione, che dedica ogni anno un focus a questo ambito, con l’avvertenza che la propensione a donare degli italiani in questo settore non è misurabili a partire dai dati, in quanto “l’effettiva realizzazione di un atto di donazione dipende da una compatibilità temporale e biologica tra beneficiario e prestatore” e “con il principio normativo del silenzio-assenso – il quale comunque implicherebbe una netta distinzione tra la donazione e la volontà di donare – non ancora pienamente applicato, la donazione di organi post mortem è in moltissimi casi una decisione presa non dal diretto interessato, ma da parenti o soggetti altri”.
Sul fronte della donazione degli organi il Centro Nazionale Trapianti quantifica in 3.813 i trapianti di organi del 2019 grazie a donazioni di 364 viventi e 1.379 deceduti. Complessivamente sono 6.936.583 gli italiani che hanno espresso la volontà di donare gli organi al Sistema Informativo Trapianti (SIT).
Nel 2019 sono stati eseguiti in Italia 3.813 trapianti di organi, frutto delle donazioni di 364 viventi e 1.379 deceduti: tutte cifre in leggero aumento rispetto all’anno precedente e, in particolare, indicano che il 2019 è stato il secondo anno migliore di sempre per numero di donatori di organi. Rene e fegato si confermano gli organi oggetto della maggior parte delle operazioni – rispettivamente 2.137 e 1.302, entrambi in lieve crescita sul 2018 – mentre cuore (245), polmone (153) e pancreas (42) sono evenienze molto più rare. Si registra nel 2019 anche un trapianto di intestino, il primo dal 2016.
“La richiesta di organi supera in ogni caso la disponibilità, – si legge – come si evince dal fenomeno delle liste d’attesa. A fine 2019 erano 8.615 i pazienti iscritti, anche in questo caso con preponderanza del rene (6.460, comunque con un calo di circa 300 unità rispetto all’anno precedente). Il CNT misura un tempo medio di attesa di 3,2 anni per un trapianto di tale organo, a fronte di 1,5 anni per il fegato (l’operazione più “veloce”) e ben 7,2 anni per l’intestino. I trapianti di tessuti assommano nel 2019 a 17.801, +8% sull’anno precedente. Le cornee si confermano oggetto del più alto numero di donazioni (9.123, +4,1%), mentre la maggioranza delle operazioni effettuate ha riguardato il trapianto di ossa (8.152, +7,5%, grazie a 3.069 donatori, invece in calo del 9,6%)”. Un incremento ha interessato anche l’attività sulle cellule staminali emopoietiche, sia – più sensibilmente – in riferimento alle donazioni (284, +23,7%) che ai trapianti da donatore non consanguineo effettuati (859, +1,3%).
I dati dunque sono positivi ma non bastano. “L’andamento demografico – sottolineano gli osservatori – che presenta un progressivo invecchiamento della popolazione italiana pone delle sfide crescenti e l’aumento dei donatori di sangue, plasma e altri componenti, specialmente donatori giovani, è fondamentale per la tenuta e l’autosufficienza del sistema”.
Fonte Redattore Sociale

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