All’indomani della presa di posizione dell’Ada nazionale contenuta in una circolare datata 2 ottobre sulla riforma del Terzo Settore, e sulla razionalizzazione delle risorse con particolare riferimento al sistema dei CSV, il presidente del CSVnet Stefano Tabò ha reso tale dichiarazione:
Dopo che la preannunciata Riforma normativa del Terzo Settore ha palesato l’intenzione di muoversi per una “revisione e promozione del sistema dei Centri di servizio per il volontariato e riordino delle modalità di riconoscimento e di controllo degli stessi”, l’interesse verso i CSV ed il loro futuro si sta intensificando.
Assistiamo al moltiplicarsi di riflessioni e di prese di posizione.Apprezziamo molto le attenzioni verso il futuro del nostro “sistema” e siamo pronti a cogliere ogni apporto che intenda contribuire alla migliore promozione del volontariato e dei suoi valori: questo è il fine per cui i CSV sono nati. Guardiamo, però, con disappunto verso quanti si esprimono sul nostro conto sulla base di informazioni scarse, approssimative, talvolta infondate. E ci preoccupa anche chi si limita ad affermare ovvietà, magari esaltando artificiose contrapposizioni, forse per guadagnare pubblica attenzione su di sé o sulla propria organizzazione.Non temiamo né il confronto, né la verifica, né il cambiamento. Ma non possiamo tollerare improprie interferenze esterne. CSVnet è una realtà ormai consolidata e matura che non ha bisogno di tutori né di garanti.Dopo 15 anni, è da considerarsi finita per i CSV la fase sperimentale e va inaugurata, senza indugi, una nuova stagione.
Verso un nuovo modello organizzativo
Sappiamo bene che sono necessarie evoluzioni organizzative del nostro sistema e abbiamo iniziato a perseguirle, ben prima dell’annunciata Riforma.Per CSVnet, ragionare come “sistema” significa programmare l’attività dei CSV in una logica unitaria ed integrata, assumendo metodi condivisi tra CSV e strumenti comuni. Implica il trasferimento di buone prassi tra CSV evitando che si duplichino fatiche ed investimenti. Comporta l’attenzione a fare in modo che le risorse economiche provenienti dalle Fondazioni di origine bancaria, che permettono le attività dei CSV, si distribuiscano in modo equo in tutto il territorio nazionale. Sapendo che ogni ipotesi non può prescindere dalla realtà oggi costituita dai 78 CSV presenti in Italia, il programma per il futuro si sorregge su due cardini irrinunciabili: l’affermazione dell’autonomia gestionale dei CSV da parte delle organizzazioni di volontariato nonché la convinta promozione dei CSV quali infrastruttura nazionale radicata e articolata territorialmente.
Sulla “regionalizzazione”
D’attualità, in questi giorni, il tema della “regionalizzazione”. Se ne fa un gran parlare, anche a sproposito, tenendo conto che esistono già sei regioni dove opera un solo CSV e, dal prossimo gennaio, saranno sette. Ci fa piacere che molti considerino ora un valore la sinergia tra CSV nelle regioni dove sono più d’uno: per anni abbiamo avuto la sensazione di essere in pochi a chiedere ed a ricercare le condizioni per perseguirla realmente.Ma, a questo punto, per CSVnet la riflessione è più avanzata. Abbiamo l’intenzione di andare oltre ad un semplice coordinamento ed approdare ad una riorganizzazione territoriale basata su un modello di gestione regionale, giuridicamente riconosciuto, con funzioni di pianificazione e rappresentanza unitaria. È una bella scommessa che siamo sicuri di poter affrontare, rendendo primi protagonisti i CSV oggi esistenti, in una logica confederale.Dobbiamo essere convinti che sarebbe fallimentare, oltre che improprio, l’affermarsi di un approccio omologante, volto a cancellare le diverse peculiarità regionali e mirato ad eliminare le fondamentali autonomie locali. A ben vedere, lo stesso concetto di “sistema”, rimbalzato dai dibattiti di CSVnet ai documenti del Governo, afferma e contempla la pluralità delle esperienze dei CSV. Possiamo e dobbiamo, dunque, esaltare le forme di corresponsabilità e cooperazione a livello nazionale, regionale e locale.
Appuntamento a novembre per progettare il prossimo triennio
Nel prossimo triennio, date le condizioni normative necessarie, il sistema dei CSV vorrebbe rafforzarsi nel senso descritto e rendersi capace di affrontare efficacemente le nuove sfide che ci saranno consegnate dalla preannunciata Riforma. Dando seguito ad un dibattito vivace e partecipato, la rete dei CSV si riunirà in assemblea il prossimo novembre proprio per confrontarsi su questa prospettiva, che si presenta ricca di significati ma anche di aspetti ancora da chiarire.Con le proprie sedi ed i propri sportelli che superano complessivamente le 400 unità, i CSV intendono continuare
ad essere “con” e “per” il volontariato, candidandosi ad assumere compiti integrativi a quelli fino ad oggi espressi, in presenza di risorse adeguate rispetto a quelle garantite dagli attuali dispositivi normativi e dagli accordi con le Fondazioni di origine bancaria. Risorse peraltro precipitate negli ultimi anni sotto i limiti di sostenibilità.Siamo pronti ad impegnarci in questo senso, ed avvertiamo la necessità che, al contempo, si passi attraverso un riordino ed una semplificazione del sistema di controllo a cui i CSV sono sottoposti. Sia chiaro, non intendiamo sottrarci alle necessarie verifiche ma auspichiamo siano rese più funzionali agli obiettivi che la legge ha inteso affidarci. È certo giunto il momento di affermare e garantire, superando vecchie resistenze, principi e criteri di gestione analoghi su tutto il territorio nazionale: solo così, la promozione del volontariato italiano potrà svolgersi in termini più coerenti ed efficaci.
Per un welfare di comunità.
Ma vorremmo superare al più presto questa fase del dibattito e dedicarci, più utilmente, sulle “cose da fare” in una prospettiva di lungo periodo e con una visione di ampio respiro che possa accompagnare processi di trasformazione complessi e profondi.Crediamo che i CSV (così come i loro interlocutori) dovrebbero concentrare le loro migliori energie per contribuire all’affermazione di un vero welfare di comunità. Si tratta infatti – abbiamo letto nelle Linee Guida del Governo e concordiamo – di “realizzare il cambiamento economico, sociale, culturale, istituzionale di cui il Paese ha bisogno”.Così facendo, ci manterremo certamente in sintonia con le vibrazioni più autentiche del volontariato, con le sue radici, con i suoi valori, con le sue ragioni. Già, le “ragioni” del volontariato! Ecco, se non si vuole incorrere in inevitabili smentite, si dica che CSVnet è per una “ragionalizzazione” spinta e perenne dei CSV.