È possibile aiutare i ragazzi a riflettere sul dramma dell’immigrazione, guidarli in un approfondimento che serve a superare i pregiudizi, in un modo diverso dal consueto, più vicino al loro stile ed alle loro esigenze formative?
Con queste domande, che costituiscono una vera e propria sfida educativa, la Fondazione Città Solidale ha organizzato un musical ispirato al testo di Fabio Geda “Nel mare ci sono i coccodrilli”.
Lo spettacolo si è tenuto il 1° dicembre nell’Auditorium Casalinuovo, con la partecipazione di circa 500 ragazzi di alcune scuole superiori della città (il Liceo Scientifico Siciliani, il Liceo Classico Galluppi, l’IIS Fermi, l’ITAS Chimirri, l’Istituto Tecnico Agrario, l’IIS Petrucci-Ferraris-Maresca) accompagnati dai loro docenti.
Il testo da cui si è partiti (che molti ragazzi hanno già letto e sicuramente molti altri leggeranno) racconta la storia vera di Enaiatollah, un bambino afghano che è costretto dalla guerra a fuggire dalla sua casa e dal suo paese e ad affrontare, da solo, le incognite di un viaggio pieno di difficoltà.I “coccodrilli” del titolo sono il nome che Enaiat, ed altri suoi coetanei in fuga, danno proprio a queste difficoltà, di cui il mare nero che attraversano è minacciosamente pieno.
Tanti i confinioltrepassati e tante le disavventure del bambino, prima di arrivare in Italia, dove ha finalmente trovato una casa ed una famiglia che lo ha accolto e che lo ha aiutato a riprendere i contatti con la famiglia che aveva lasciato.
La storia di Enaiat è stato lo spunto per riflettere su tante altre storie di emigrazione, disperazione e speranza, che sono le storie di tutti coloro che sono costretti a lasciare il loro paese e chiedono asilo nel nostro o in altri paesi europei e del mondo.
Brani del libro con le tappe fondamentali della storia, video ed immagini hanno aiutato i ragazzi ad entrare in un percorso di conoscenza sicuramente diverso ecertamente efficace, e loro sono stati disponibili ad iniziare questo cammino, esprimendosi con il linguaggio che è loro: gli applausi, le mani alzate per seguire il ritmo, le luci dei cellulari accese per punteggiare il buio della sala e sottolineare un momento importante.
Un grande aiuto nella riflessione è stato offerto dal gruppo musicale Agapè, di Messina, che si ispira allo storico gruppo del GEN Rosso (nato alla fine degli anni ’60 dal Movimento dei Focolari) e che utilizza la musica per testimoniare i valori della pace, dell’accoglienza, dell’integrazione di ogni diversità. Il gruppo, con pezzi noti (di Pelù, Ligabue, Jovanotti, De Andrè e Pink Floyd) eseguiti peraltro magistralmente e pezzi meno noti ma coinvolgenti del GEN Rosso, ha intervallato i brani letti dagli attori JosephineCariotie Alessandro D’Acrissa.
Anche la scelta di questo gruppo per animare la mattinata non è stata casuale: il gruppo, oltre a veicolare nella musica messaggi formativi, è infatti impegnato nel sostegno di strutture di accoglienza per disabili (a cui devolve parte del ricavato di ogni concerto).
La cosa più interessante ed emozionante per tutti è stata comunque la possibilità di ascoltare la testimonianza di Mako, un ragazzo del Camerun, costretto anche lui come il piccolo Enaiat a lasciare la sua terra e la sua famiglia.
Mako ha raccontato la sua storia, che aveva appuntato per paura di commettere errori in una lingua che ha imparato ma di cui ancora non è pienamente padrone, in una sala gremita di ragazzi improvvisamente tutti silenziosi, attenti ed accoglienti, come hanno dimostrato con l’applauso scrosciante che è scoppiato quando Mako ha finito di parlare. Una “standing ovation” con cui il giovane pubblico ha espresso la sua affettuosa vicinanza al coetaneo di un altro colore.
Mako era in un certo senso il portavoce di altri ragazzi che pure erano presenti in sala, stranieri rifugiati o richiedenti asilo che sono ospitati in alcune strutture di accoglienza gestite dalla Fondazione Città Solidale.
Padre Piero Puglisi, presidente dell’organizzazione onlus che è nata nel 1999 e che da allora accoglie ed offre servizi a persone in difficoltà, molte delle quali straniere, ha salutato e ringraziato i ragazzi presenti, i loro docenti ed i Dirigenti Scolastici che si sono dimostrati sensibili all’iniziativa, dichiarandosi anche personalmente colpito dall’attenzione e partecipazione con cui i giovani hanno saputo cogliere gli spunti offerti. Padre Piero ha anche spiegato che questa iniziativa è la prima tappa di un percorso che continua con la possibilità di realizzare nelle scuole che ne faranno richiesta, incontri nelle classi con la presenza di ragazzi stranieri e di mediatori culturali, e con il lancio del 4° Premio Città Solidale. La presentatrice, la giornalista Rossella Galati, ha spiegato che si tratta di un Concorso a cui potranno partecipare gli alunni di tutte le scuole superiori della provincia. Il tema del Concorso è: “Benvenuto a te! Impariamo l’arte dell’accoglienza e dell’integrazione” (con un’attenzione specifica alla tematica dell’accoglienza delle persone straniere ed in particolare dei rifugiati e richiedenti asilo, ma anche con uno sguardo più generale al rispetto ed alla convivenza di tutte le diversità).La partecipazione prevede la realizzazione di un video/cortometraggio di max 10 minuti sul tema del Concorso.I Premi saranno consegnati in un’iniziativa pubblica che si terrà nel mese di maggio 2017.