Qualunque stimolo che giunga dall’esterno non può che essere ben accolto dai giovanissimi abitanti di località Pistoia bisognosi di tutto, anche solo di una semplice parola di incoraggiamento. L’alternativa, per loro, è la strada: ecco perché ogni progetto di rieducazione ed accoglienza, teso a colmare il vuoto educativo che consegue ad un disagio sociale e familiare profondo, trova in don Giorgio Pilò, alla guida della parrocchia, e in tanti volontari, un gesto concreto di attenzione con indubbie ricadute sul piano della crescita e del contrasto all’isolamento.
Il laboratorio di Robotica Educativa promosso dall’associazione “Usabile”, si affianca così alle attività di doposcuola già avviate da “Libera” Catanzaro (e da varie realtà associative che gravitano attorno ad essa, come il gruppo scout Agesci, La Casa di Nilla, Slowfood e Ave-Ama), nell’ambito della campagna “Miseria Ladra”, con la finalità di trasferire competenze di tipo meccanico e tecnologico a bambini che non sono mai stati messi nelle condizioni di scoprire le proprie abilità e di poter fare altro rispetto al girovagare senza meta per il quartiere.
L’approccio con i piccoli bracci robotici, robot acquatici e veicoli autonomi – tutti realizzati da bambini in precedenti esperienze – è avvenuto venerdì nelle sale parrocchiali, alla presenza di animatori e volontari vicini a “Libera”, e della stessa portavoce di “Libera” a Catanzaro, Donatella Monteverdi, la quale, affiancata da Carlo Crucitti di “Usabile” e da Sergio Lavecchia del gruppo “Agesci”, ha voluto rimarcare l’appartenenza degli abitanti del quartiere ad elevato rischio sociale, e per questo da tutti “evitato”, al resto della città.
Attraverso il gioco, i ragazzi cominceranno a condividere, a confrontarsi ed a riscoprirsi comunità. Magari tra di loro – ed alcuni hanno dimostrato di essere interessati alle tecnologie, visto le innumerevoli domande che hanno posto a Carlo Crucitti sui sensori che permettono ai piccoli umanoidi di seguire una determinata traiettoria – ci sarà chi vorrà dedicare la propria esistenza alla meccanica. Anche se oggi va al doposcuola perché rende poco nelle varie materie, ed anche se ha alle spalle una situazione familiare difficile, con un padre in carcere ed una madre che non sa come tirare avanti.
Ufficio stampa CSV Catanzaro