Usura, il lockdown e l’espansione del “welfare mafioso di prossimità”

E’ quanto paventato dal commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio, presentando la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2020. Liquidati circa 19 milioni di euro alle vittime.

ROMA – “Dal 1° gennaio ad oggi abbiamo liquidato 19 milioni e 462 mila euro circa”. Lo ha detto, ieri pomeriggio, il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Annapaola Porzio, presentando nella Sala stampa del Viminale la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2020. Il dato è stato comunicato dal prefetto nel suo ultimo giorno di responsabilità dell’ufficio, salutata, per l’occasione, dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

“I mesi trascorsi sono stati segnati profondamente dalla pandemia causata dal COVID 19 che ha investito il nostro Paese e tutto il mondo, provocando effetti terribili sulla popolazione, sugli stili di vita, sulla economia – si legge nella Relazione -. Non è ancora chiaro quando il morbo sarà sconfitto dalla scienza, né come sarà il nostro ‘dopo’. Ciascuno di noi è stato chiamato a compiere ogni sforzo possibile per essere parte di uno Stato forte e coeso a sostegno dei cittadini e in questo senso ho inteso improntare l’attività dell’Ufficio commissariale e del Comitato (…). La fotografia di quello che è accaduto dallo scorso mese di marzo, un vero e proprio evento tragico e portatore di immani conseguenze negative, ci impone di richiamare l’attenzione di tutti sull’espansione del c.d. ‘welfare mafioso di prossimità’, ovvero quel sostegno attivo alle famiglie degli esercenti attività commerciali e imprenditoriali in difficoltà o in crisi di liquidità. Tutto ciò in cambio di ‘future connivenze’, con la non remota possibilità di infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico. Penso, in particolare, a ciò che sarà fatto in esecuzione del ‘Recovery Plan’ e delle altre misure pubbliche di sostegno. Infatti, le piccole e medie imprese, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti con partita IVA, proprio a causa della sospensione prima e del rallentamento poi, delle loro attività, costituiscono il comparto economico che soffre maggiormente delle difficoltà in atto e, quindi, più esposte a intimidazioni, usura ed estorsione”.

“A ciò – si legge ancora nella Relazione – è da aggiungere lo stato dei nostri conti pubblici, che risulta certamente peggiorato rispetto a quanto originariamente previsto nel ‘Documento di Economia e Finanza’ (DEF) dell’aprile scorso. Inoltre, i dati Istat, con riferimento al secondo semestre del 2020, rilevano flessioni ulteriori del PIL, che contribuiranno ad impoverire i ceti produttivi del nostro Paese. Non è da sottovalutare anche il blocco temporaneo delle attività giudiziarie che ne ha accresciuto l’arretrato e comporterà inevitabilmente, anch’esso, un rallentamento anche delle istruttorie relative alle concessioni dei benefici economici alle vittime, fondate sulle inchieste della Magistratura e sui loro esiti processuali. I provvedimenti adottati fin qui dal Governo per favorire i settori produttivi – la forza vitale del nostro Paese – hanno evidenziato la urgente necessità di evitare appesantimenti burocratici e stanno finalizzando strumenti per attenuare le distorsioni operative che rendono particolarmente critica l’erogazione del denaro da parte degli Istituti di credito. Infine, va sottolineato come la possibilità che hanno avuto i clan di poter dispensare la smisurata liquidità di cui dispongono alle persone in difficoltà con immediatezza e senza, al momento, chiedere una contropartita, ha determinato un’impennata del livello reputazionale delle conventicole criminali foriera di gravi conseguenze per il futuro. Dopo aver arginato l’ala militare delle associazioni mafiose, occorre sempre più concentrarci sulle convergenze di interessi tra queste ultime e le opacità del sistema economico e creditizio. Le stesse lucrano sui fondi pubblici o non garantiscono a molti settori imprenditoriali, artigianali e commerciali quell’aiuto economico di cui questi hanno grande bisogno, soprattutto, in questo momento così difficile. Il potere di erogazione economica, spesso condotto con modalità ‘oblique’ e poco chiare, rischia di ‘drogare’ importanti circuiti economico–finanziari, di provocare effetti perversi sui cicli produttivi, ed incidere negativamente sui sani processi di sviluppo economico e sui livelli di coesione sociale, impoverendo, in tal modo, gli imprenditori e i commercianti onesti”.

I numeri
Al 24 settembre 2020 sono pervenute 392 istanze, 208 al fine dell’elargizione e 183 al fine dell’erogazione del mutuo.
Nel corso del 2020, il Comitato si è riunito 33 volte, ha esaminato, alla data del 24 settembre, 1584 posizioni e deliberata la concessione di 18.679.952 euro, tra elargizioni e mutui, di cui: 15.532.250,58 euro in favore delle vittime dell’estorsione (di cui 611.005,66 euro a titolo di provvisionale e 14.921.244,92 euro a titolo di saldo), 3.147.701,42 euro in favore delle vittime dell’usura (di cui 2.313.409,42 euro a titolo di mutuo in un’unica soluzione e 834.292 euro a titolo di saldo rispetto ad anticipazioni già concesse).

Sono state, in particolare, adottate le seguenti deliberazioni: ­235 di accoglimento,­ 543 di non accoglimento, ­425 di predisposizione del preavviso diniego,­ 130 di integrazioni delle istruttorie,­ 85 di rinvio per ulteriori maggiori approfondimenti su situazioni particolarmente complesse,­ 1 di sospensione del procedimento amministrativo,­ 55 di approvazione dei piani di investimento e di restituzione delle somme concesse a titolo di mutuo decennale senza interesse,­ 22 di avvio di procedimenti di revoca dei mutui o delle elargizioni precedentemente concessi , 17 di revoca dei benefici economici già concessi.

Per quanto riguarda gli accoglimenti, disaggregando i dati a livello territoriale, la Campania risulta la regione nella quale sono state deliberate le maggiori somme per elargizioni alle vittime di estorsione con 5.216.598.03 euro, seguita dalla Sicilia (4.890.832,46 euro) e dalla Puglia (1.711.829,42 euro). Per quanto riguarda, invece, le vittime di usura, la regione che ha fatto registrare il maggior importo per mutui è sempre la Campania (1.165.946,51 euro), seguita dalla Puglia (667.560,50 euro) e dalla Sicilia (374.572,79 euro). ­ Sono state accolte 34 istanze presentate, ai sensi dell’art. 7 della legge n. 44/1999, da “terzi danneggiati” da attività estorsive, per un totale di 1.780.864,37 euro a ristoro dei danni subiti da beni mobili o immobili di loro proprietà.
A seguito degli accertamenti sanitari, disposti ai sensi dell’art. 22 del D.P.R. n. 60/2014, “nei casi di lesioni personali o di decesso, ai fini dell’accertamento del nesso di causalità tra il fatto delittuoso e l’evento lesivo”, sono state accolte 52 istanze per il ristoro delle lesioni personali per un totale di 3.915.816,20 euro. ­ E’ stata deliberata positivamente 1 istanza presentata ai sensi dell’art. 6 della legge 44/99 (Elargizione agli appartenenti ad associazioni di solidarietà) per l’importo di 100.000 euro.

Avvio dei procedimenti di revoca. Al fine di tutelare l’integrità del Fondo, il Comitato ha avviato 22 procedimenti di revoca dei benefici già concessi di cui  21 per estorsione, a causa della mancata prova del corretto reimpiego delle somme elargite in un’attività economica di tipo imprenditoriale, e­ 1 per usura, nelle ipotesi tassativamente previste dall’art. 14, comma 9, della legge n. 108/1996:

procedimento penale per il delitto di usura, in relazione al quale il mutuo o la provvisionale sono stati concessi, concluso con provvedimento di archiviazione ovvero con sentenza di non luogo a procedere, di proscioglimento o di assoluzione
somme erogate a titolo di mutuo o di provvisionale non utilizzate in conformità al piano di investimento
c) condizioni ostative sopravvenute alla concessione del mutuo previste nei commi 7 e 8 (soggetti condannati per il reato di usura, sottoposti a misure di prevenzione personale, che hanno reso dichiarazioni false o reticenti, nel procedimento penale posto a base dell’istanza).
Inoltre, sono stati adottati 17 provvedimenti di revoca di cui: ­ 14 relativi a elargizioni per le quali i beneficiari non hanno dimostrato il corretto reimpiego (art. 15 della legge n. 44/1999);­ 3 relativi a mutui, i cui Procedimenti Penali si sono conclusi con provvedimento di archiviazione ovvero con sentenza di non luogo a procedere, di proscioglimento o di assoluzione.

Fonte Redattore Sociale

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