I vent'anni e più della "Maddalena" di Città Solidale

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Alle porte dell’estate che avanza, la Casa d’accoglienza “Maddalena”, gestita dalla Fondazione Città Solidale onlus, ha voluto organizzare un incontro con il Sindaco Sergio Abramo, il Vicesindaco ed Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro Maria Gabriella Celestino, le assistenti sociali che in prima linea collaborano per la gestione dei problemi sociali del territorio ( Antonietta Rao, Flora Gigliotti ed Antonietta Pugliese), tutti gli amici e volontari che collaborano con la struttura e, soprattutto, gli ospiti per i quali questa casa è stata voluta e realizzata.
Con un breve video iniziale, la responsabile del Centro, Mariella Ruggiero, ha presentato sinteticamente qualche dato sulla vita della struttura sita in Via Carlo V, in un ampio e comodo appartamento, messo a disposizione dall’Arcidiocesi di Catanzaro Squillace.

La casa è attiva dal 1993, gestita dalla Caritas Diocesana prima e poi (dal 1999) dalla Fondazione Città Solidale (che è appunto stata costituita in quell’anno). Essa offre accoglienza residenziale a persone italiane e straniere, uomini e donne che per qualche motivo siano senza dimora. L’accesso è autorizzato dai servizi sociali del Comune di Catanzaro (con cui la struttura è gestita in convenzione), anche in emergenza, grazie alla collaborazione con i Vigili Urbani ed i Servizi Sociali territoriali (disponibili anche in regime di reperibilità notturna) e le Forze dell’Ordine. Da Regolamento condiviso con il Comune di Catanzaro, vi sono dei criteri che regolano l’accoglienza, cercando soprattutto di tutelare il benessere e la sicurezza di tutte le persone accolte. Ma a volte, questi criteri non sono sempre rispettati rigidamente, proprio per far prevalere l’attenzione umana ai problemi. Le persone possono soggiornare nella struttura per un periodo di 50 giorni (ma anche questo criterio è interpretato in senso ampio, ed il periodo di accoglienza può essere prorogato quando non vi sono ancora le condizioni per la dimissione di una persona dalla struttura).
Durante il periodo di permanenza dell’ospite in struttura, un’equipe di professionisti (attualmente 5, uno dei quali con funzione di responsabile), accompagna la persona nel suo percorso di reinserimento sociale con l’elaborazione di un Piano di Trattamento Individuale, che prevede una presa in carico per la cura di vari aspetti (regolarizzazione dei documenti, soprattutto per le persone straniere; questioni sanitarie; supporto per l’inserimento lavorativo o il reperimento di una sistemazione alloggiativa alternativa, altro). La presenza del personale è garantita 24 ore su 24, festività comprese.
Dal 1999 ad oggi nella struttura sono state accolte oltre mille persone, italiani e stranieri più o meno nella stessa proporzione (con delle oscillazioni negli anni); più uomini rispetto alle donne (anche perchè, sul territorio vi sono altre strutture di accoglienza per sole donne, anche con i loro bambini, mentre non vi sono Centri che accolgano uomini con particolari problematiche).
P. Piero Puglisi, Presidente di Fondazione Città Solidale, salutando e ringraziando i presenti ha aggiunto qualcosa rispetto alla storia ed al futuro della struttura, che ha iniziato a vivere nel 1993, ospitata nella vecchia casa canonica della Chiesa della Maddalena (all’epoca messa a disposizione del Parroco d. Franco Isabello), con la presenza di volontari e poi di qualche operatore part time ed un supporto del Comune, che segnalava i casi e dava un piccolo contributo economico annuale. Quando ci si è spostati nella nuova struttura, che è a norma ed autorizzata dalla Regione Calabria per l’accoglienza di 9 persone, si è deciso di conservare il nome “storico” della casa. “I numeri letti o ascoltati dicono tanto, – ha sottolineato p. Piero – ma bisogna ricordare che dietro i numeri ci sono tanti volti, tante storie. I volti e le storie di tutte le persone che sono state accolte nella casa, ed a cui bisogna sempre riandare anche quando ci si occupa dell’aspetto più “burocratico” dell’accoglienza”.
Sono intervenuti dunque il Sindaco Abramo e l’assessore Celestino, per ringraziare la Fondazione e gli operatori per l’occasione che veniva loro offerta e per il lavoro che quotidianamente viene svolto sul territorio. “Grazie, – ha detto l’assessore – perchè anche venire qui è per noi un’esperienza bellissima. E noi, come Istituzioni, ci sentiamo inadeguati, perchè dovremmo fare di più. Qui c’è la vera realtà, ci sono i veri problemi ed i tentativi di dare una risposta e di creare quell’integrazione che tutti auspichiamo”.
A commento di quanto affermato da p. Piero, circa la possibilità di ampliare la capienza della casa (cosa già fattibile nell’attuale immobile), il sindaco ha dichiarato anche la disponibilità dell’Amministrazione a collaborare per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie ed ha confermato l’impegno dell’Amministrazione a sostenere anche per il futuro la struttura di cui il territorio ha assolutamente bisogno. L’assessore ha tuttavia anche sottolineato la difficoltà del momento attuale, in cui si sta attuando il trasferimento di competenze dalla Regione ai Comuni, un trasferimento che non è ancora chiaro nei suoi passaggi.

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