VIBO
Area del Cofino la “risposta” dei volontari alla… burocraziaIl castello di Bivona pronto a farsi “conoscere”
Rosita Mercatante
In via del tutto eccezionale fino ad oggi i cancelli dell’area sacra del Cofino – che da anni è interessata dai lavori di riqualificazione previsti dall’ampio progetto del Parco archeologico “Hipponion – Vibo” – sono stati aperti solamente per volontà e impegno di qualche associazione che ha cercato di rendersi utile per far conoscere da vicino le bellezze che il passato aveva consegnato alla città: i resti dell’imponente tempio ionico risalente alla fine del V inizi IV secolo a.C., dedicato al culto della divinità Kore-Persefone.
Così ancora una volta, mentre sulla carta l’area viene definita come cantiere e le questioni burocratiche attendono di essere risolte, a riaccendere l’attenzione su questo luogo è stata l’iniziativa di un gruppo di volontari che sono scesi in campo per compiere un vero atto d’amore per il territorio. In testa ai promotori l’associazione Retake che in collaborazione con la delegazione provinciale del Fai e l’assessorato comunale alla Cultura ha pensato di liberare dall’incuria il sito replicando quanto già fatto, lo scorso fine settimana, nell’area del Castello di Bivona.
Dopo due intense giornate di lavoro in cui sono stati ripuliti dalle sterpaglie i viali d’ingresso e quelli dei singoli passaggi, l’associazione guidata da Francesco Bonanno, ieri, ha dato appuntamento alla cittadinanza per proseguire l’opera di pulizia straordinaria: «Serve aiuto e impegno per ridare visibilità a questo posto. Siamo convinti che il contributo di tutti può essere fondamentale. Nel tempo le erbacce sono cresciute e in alcuni punti superano il metro e mezzo. Ci siamo dati come obiettivo quello di concludere il decespugliamento e poi raccogliere i brandelli delle coperture che sono state danneggiate in passato dai vandali» ha commentato Bonanno rievocando i fatti accaduti nel mese di gennaio 2018, a tre giorni esatti da quella che doveva essere la conclusione dell’intervento di riqualificazione del sito.
Fu allora che i teli montati a protezione dei resti archeologici, maestosi e scenografici, vennero gravemente rovinati durante la notte. Danno perpetrato (dicembre 2019) anche qualche mese dopo, al punto che attualmente la struttura non assolve più la sua funzione e dovrà essere interamente ripristinata.
L’intervento dovrebbe avvenire nei prossimi mesi ora che le somme (non di poco conto) sono state reperite dalla Soprintendenza dei Beni culturali della Calabria, come ha spiegato l’archeologa Maria D’Andrea la cui supervisione durante l’intervento di pulizia è stata utile per svolgere i lavori in sicurezza: «La maestosità di questi resti archeologici che resistono all’incuria e all’atteggiamento violento o indifferente dell’uomo deve farci riflettere sul fatto che abbiamo il dovere di restituire dignità ad un luogo di straordinaria bellezza. Eventi come questo sono efficaci per riportare l’attenzione sulla questione della tutela e della gestione del patrimonio storico a cui si deve lavorare in piena sinergia tra istituzioni e associazioni come fino ad ora è avvenuto». Tutto questo in attesa però di poter assistere all’apertura al pubblico dell’area del Cofino e dell’intero Parco archeologico per la cui realizzazione si è atteso già parecchio tempo.
Allegato:
Francesco Iannello
Ridare un volto ed una veste nuovi al Castello di Bivona. É questo l’intento dell’amministrazione comunale che, grazie all’ausilio di quattro associazioni del territorio, ha iniziato la pulizia della vasta area archeologica sita a due passi dalla ex Statale 522 e dal litorale costiero di Vibo Marina. Un sito di rara bellezza, un Castello dalla storia millenaria che rientra a pieno titolo nel progetto di messa in rete di tutti i beni culturali della città capoluogo tramite la creazione del Parco archeologico. Nei giorni scorsi, le associazioni Retake, Mnemosyne, Augustus ed Agriambiente hanno dato vita ad una prima opera di pulizia di un’area che ora va solo valorizzata e fatta conoscere ai cittadini di Vibo e provincia ed ai turisti. Muniti di decespugliatori e varie attrezzature, i volontari, coordinati dall’assessore alla Cultura Daniela Rotino e dall’archeologa Mariangela Preta – che nel 2015 iniziò gli scavi nell’area circostante – hanno ripulito il basamento in cemento e la staccionata in legno facendo emergere la presenza di un impianto di videosorveglianza e di illuminazione praticamente nuovi.
Impegno civico e tanta buona volontà alla base di un tentativo di rinascita di un luogo che potrebbe divenire baricentrico per tutta la provincia. L’idea della Preta, proposto tramite i progetti Cis, è quella di «creare un parco archeologico subacqueo in stretta continuità con il porto di Trainiti e sarebbe la prima volta che in Calabria si sviluppa una realtà del genere. Ovviamente è un’area che va resa fruibile, intesa come valorizzazione degli apparati connessi alla gestione del sito. A breve – sottolinea il consulente del sindaco sui beni culturali – ci sarà il bando redatto da Comune e Sovrintendenza per la messa in rete, la gestione e l’affidamento di tutta l’area archeologica della città, compreso il Castello di Bivona. La fatica della prima pulizia non deve rimanere vana e vanno creato degli eventi. Ci sarà un’inaugurazione con una visita guidata al Castello e ci saranno almeno tre appuntamenti dedicati ai più piccoli per educare anche loro alla conoscenza del nostro patrimonio culturale e delle nostre radici».
L’archeologa Mariangela Preta ha annunciato diversi eventie la prossima inaugurazione
Si allungano i tempidella riqualificazione
Se ancora oggi, a quattro anni dall’avvio della riqualificazione, il Parco archeologico non è stato ultimato la causa è da ricercare nelle lungaggini della burocrazia. Così anche l’assessore alla Cultura Daniela Rotino ha spiegato che prima di poter salutare la ditta esecutrice dei lavori bisogna pensare a chiudere delle pratiche burocratiche. E i tempi non sono lunghissimi almeno per l’area di Sant’Aloe.