LUTTO PERINATALE L’iniziativa realizzata per la prima volta negli Stati Uniti
BabyloSS day, per Saperne di più
L’evento per informare su temi quali morte intrauterina, neonatale e aborto
di GIUSYD’ANGELO
QUANDO il medico ti dice: “Signora, il feto non ha più battito” il mondo ti crolla addosso. E ti chiodi, “Ma quale feto? Quello è il mio bambino, vi state sbagliando, non è possibile. E’un incubo”. Una testimonianza forte quella dei coniugi Caterina e Vincenzo Melluso, genitori vibonesi che, Come tanti altri, hanno affrontato il dramma del lutto perinatale. Il 15 ottobre, anche a Vibo Valentia, è stata celebrata la Giornata mondiale della consapevolezza sulla perdita di un bambino in gravidanza o dopo la nascita. Una iniziativa realizzata per la prima volta negli Stati Uniti nel lontano 1988 grazie al lavoro incessante e infaticabile di un gruppo di genitori americani. Da allora, in tutto il mondo, si ricorda la venuta al mondo di tante piccole anime. In Italia e, soprattutto in Calabria, il lutto perinatale è un ancora tabù. Un argomento che si affronta difficilmente, magari si nasconde il problema. Il dolore “si mastica” in famiglia, soltanto tra le mura domestiche, senza fare troppo rumore fuori. Al fine di promuovere quindi la corretta informazione, nonché sensibilizzare ancora di più la comunità a temi quali morte intrauterina, aborto, morte neonatale e morte improvvisa del lattante, è nato il Babylossday. Non un momento doloroso ma un’importante occasione per guar
dare attraverso il dolore del lutto: «Usciti dall’ospedale – hanno raccontato i coniugi Caterina e Vincenzo- ci siamo ritrovati da soli. Non sempre è facile raccontarsi agli altri perché c’è il timore di venire giudicati o peggio di sentirsi dire“Puoi averne altri” o “Menomale che è successo adesso prima che ti affezionassi al bambino”». Dal baratro, una piccola luce rappresentata dall’associazione nazionale “CiaoLapo Onlus” fondata da una coppia di psicologi dopo l’esperienza della perdita del figlio Lapo: E importante dare supporto psicologico alle donne, il più delle volte isolate. Una mamma si sente debole e fragile, si sente un verme per non aver protetto la vita che portava in grembo. In questo percorso, è indispensabile la figura degli operatori sanitari, ai quali è importante fornire gli strumenti relazionali nonché le conoscenze più appropriate per essere di concreto aiuto alle coppie in difficoltà. Grazie alla “CiaoLapo”, ad esempio, molte Azienda sanitarie provinciali sul suolo italiano distribuiscono dei memory box, una scatola dei ricordi dove raccogliere i dati del piccolo: «L’affermazione – ha aggiunto Caterina – è l’esistenza di questi bambini». La giornata vibonese, temuta con la collaborazione del Centro servizi per il volontariato, è stata scandita da un momento di sensibilizzazione, con la creazione di un gazebo informativo. Alle 19, nella parrocchia della Sacra famiglia, si è quindi realizzata l’ora della luce, con l’accensione di candele, per “infiammare” la consapevolezza in Italia e nel mondo: «In questo iter-ha aggiunto il presidente Csv Roberto Garzulli presente con il direttore Maurizio Greco – è fondamentale che le associazioni siano in rete, accolte e messe a confronto con il management aziendale (Asp) per favorire l’accoglienza di chi subisce una così devastante perdita». Al termine della messa celebrata da don Ivan Sorrentino e don Piero Furci, sono stati lanciati in cielo tanti palloncini con allegati altrettanti messaggi: «Ci hanno scritto da tutte le regioni – hanno commentato i coniugi Melluso – non pensavano di raggiungere così tanti cuori».