VIBO
Buoni spesa, mille persone in attesa Sono disponibili solo 130mila euroVaccinazioni, l’Asp ora detta le nuove regole
Tonino Fortuna
Gli uffici sono al lavoro ormai da qualche giorno per redistribuire la parte rimanente dei buoni destinati ad affrontare spese di prima necessità, ripartiti dal Governo ai comuni con apposita ordinanza della Protezione civile. Il termine di presentazione delle domande è scaduto lo scorso 15 aprile, ovvero due giorni addietro. Fino a quel momento erano state evase le richieste di circa 500 famiglie, le prime ad avere diritto al voucher perché senza alcun reddito.
La seconda parte del lavoro, coordinato dall’assessore alle Politiche sociali Franca Falduto, si preannuncia, invece, più complessa e certosina. Da suddividere tra i bisognosi ci sono ancora poco meno di 130mila euro, poco più del 50% del badget complessivo assegnato all’Ente. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono almeno 1100 richieste, vale a dire, quelle di cittadini che abbiano un reddito di qualunque genere che non vada oltre una determinata soglia. Tra questi dovrebbero rientrare alcuni dei percettori del reddito di cittadinanza e qualche pensionato, ma non si escludono altre categorie.
Prima di definire la graduatoria, gli uffici dovranno anche analizzare i depositi bancari dichiarati dai richiedenti che incidono sia sull’assegnazione che sull’entità della somma eventualmente attribuita. Nel frattempo, procedono le operazioni di assistenza anche alle persone povere, ai disabili e a quanti non siano in grado di sostenersi autonomamente non solo da un punto di vista economico, ma anche sotto il profilo fisico. In tal senso sono impegnati gli uomini della Protezione civile e più in generale gli operatori del Terzo settore che continuano a raggiungere le abitazioni dei meno fortunati per garantire supporto di ogni genere. Conclusa la ripartizione, da qui a qualche settimana la burocrazia di palazzo “Luigi Razza”, capeggiata dal dirigente Adriana Teti dovrà rendicontare il tutto e rimborsare i supermercati o i negozi di generi alimentari che abbiano sottoscritto la convenzione, rendendosi disponibile alla distribuzione dei prodotti. Operazioni che richiederanno un lavoro certosino anche da parte dei dipendenti, parte dei quali continua a lavorare in smart working.
Allegato:
L’Asp riprende la somministrazione delle vaccinazioni in tutto il territorio provinciale a partire dal prossimo 20 aprile. Ma alla luce dell’emergenza Covid-19 ed al fine di garantire prioritariamente prestazioni sicure per il pubblico e per gli operatori, l’accesso ai centri vaccinali subirà delle limitazioni imposte dalla necessità di rispettare le previste misure di distanziamento sociale, per la riduzione del contagio ed al fine di prevenire la diffusione della malattia. Pertanto in un primo periodo e fino a nuove disposizioni, saranno garantite soltanto le vaccinazioni delle donne gravide e le vaccinazioni previste per i bambini entro l’età di 24 mesi, al fine di completare il ciclo primario delle vaccinazioni di età pediatrica. Inoltre, l’Asp informa che temporaneamente le vaccinazioni previste per gli utenti di Monterosso e Maierato saranno effettuate presso il Servizio vaccinazioni di Pizzo, mentre le vaccinazioni previste per gli utenti di Rombiolo saranno effettuate presso il Servizio vaccinazioni di Mileto. Per garantire l’accesso sicuro ai bambini da vaccinare ed al fine di evitare assembramenti nelle sale d’attesa è necessario effettuare i seguenti accorgimenti: la prenotazione telefonica obbligatoria, non saranno vaccinati utenti pervenuti con accesso spontaneo e non prenotati; l’attesa dell’utente all’esterno della struttura, in macchina ove possibile; l’utente verrà contatto telefonicamente per accedere all’ambulatorio vaccinale; l’afflusso di 1 bambino alla volta accompagnato da 1 solo genitore o tutore, che sia in stato di buona salute e munito di mascherina. L’Asp chiede una fattiva collaborazione del pubblico a tutela della salute dei bambini, delle loro famiglie e degli operatori sanitari che operano nei centri vaccinali.
I cittadini di Filogaso, Sant’Onofrio, Cessaniti e Stefanaconi potranno recarsi dalle 8,30 alle 13 al Poliambulatorio di Moderata durant; quelli di San Gregorio d’Ippona dalle 9 alle 12 presso il Municipio; Francavilla e Polia dalle 8,30 alle 13 presso il Poliambulatorio di Filadelfia; Maiera e Monterosso negli ambulatori dell’ospedale di Pizzo dalle 8,30 alle 13; i cittadini di Francica, Ionadi, Rombiolo e San Coastantino potranno usufruire dal Poliambulatorio di Mileto dalle 8,30 alle 13; quelli di San Calogero nei locali di via Getsemani, Filandari in via Moricca dalle 8,30 alle 13; Brognaturo, Simbario, Spadola, San Nicola, Vallelonga, Fabrizia, Mongiana, Capistrano e Nardodipace potranno recarsi nella sede del consultorio familiare di Serra San Bruno dalle 8,30 alle 12,30; i cittadini di Vazzano, Pizzoni, Gerocarne, Arena, Dasà, Sorianello e Dinami faranno riferimento all’ospedale di Serra; Spilinga, Ricadi, Zambrone, Parghelia, Zungri, Zaccanopoli, Drapia e Briatico, invece, si recheranno all’ospedale di Tropea; Joppolo farà riferimento al presidio di Nicotera e Limbadi presso la sede del Municipio.
Una terapiainsufficiente
Non è certamente quello dei buoni alimentari un modo per fronteggiare il bisogno delle famiglie in via risolutiva.
A calcoli fatti, stando ai criteri e alle modalità indicate sul sito del Comune, ad una famiglia con due figli, dunque, un totale di quattro persone, potrebbe andare una cifra compresa tra i 150 e i 250 euro. Considerato che la metà della cifra è stata impegnata con la ripartizione dei buoni a 500 famiglie, difficilmente il Comune riuscirà ad accontentare i rimanenti 1100 cittadini.