VIBO – Comune, gestione dei servizi sociali Ritirata la delega a Franca Falduto

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Comune, gestione dei servizi sociali Ritirata la delega a Franca Falduto

Il sindaco spiega la scelta: «Un settore che richiede grande impegno»
Il welfare e l’uso dei fondi finiti sott’accusa più volte anche da parte della stessa maggioranza

Tonino Fortuna

Un cambio in corsa. In un momento particolare, senza alcun preannuncio. Parlano gli atti in questi casi molto più che i commenti. Fatto sta che Franca Falduto, dalla giornata di ieri, non è più l’assessore alle Politiche sociali di palazzo “Luigi Razza”. Il sindaco Maria Limardo ha avocato a sé la delega senza però estromettere il suo assessore dall’esecutivo. A Franca Falduto rimarranno, infatti, la Pubblica istruzione e le Politiche giovanili, insieme ad altri compiti secondari.

Un atto simbolico, nel giorno in cui è iniziato l’anno scolastico. Per due ragioni di fondo: la prima, legata alla possibilità di consentire all’assessore di dedicarsi all’Istruzione, la seconda per evitare che proseguano le polemiche che da oltre un anno investono il settore delle Politiche sociali. Polemiche che hanno determinato la prima mini-crisi nella maggioranza con l’allontanamento del gruppo di Alfonsino Grillo e soprattutto dell’ex assessore alle Politiche sociali Lorenza Scrugli. Ovviamente, il primo cittadino ha tenuto a minimizzare: «Quella all’Istruzione – ha detto Maria Limardo alla Gazzetta del Sud – è una delega molto impegnativa che in questa particolare fase storica richiede un impegno enorme. A mio giudizio è la delega più importante, alla medesima stregua di quella alle Politiche sociali ora che il Coronavirus ha sconvolto tutto». Per questa ragione, «ho deciso di avocare a me la delega alle Politiche sociali». Come dire, un modo per sottrarre carico di lavoro a Franca Falduto con la quale non è successo assolutamente nulla – come ha spiegato lo stesso primo cittadino.

E invece più di qualcosa è accaduto: dalle proteste del mondo delle associazioni con botta e risposta al vetriolo, passando per le questioni politiche dei mesi scorsi, per gli errori materiali degli uffici, spesso scaricati sull’assessore che pure il capo dell’esecutivo aveva elogiato durante il lockdown.

Un settore quello del Welfare, dietro il quale si annidano tanti interessi pubblici e privati. Un ambito che il sindaco ha avocato a sé insieme a tanti altri, ma che richiederà un lavoro enorme. La decisione del primo cittadino, peraltro, finisce per assecondare, in parte, la richiesta di Vibo da Vivere che, prima di abbandonare la maggioranza, aveva chiesto la testa dell’assessore alle Politiche sociali. La testa non è stata servita, ma un serio ridimensionamento è arrivato.

Certo, quello che attende il sindaco è un compito arduo da qui in avanti: oltre che la Polizia municipale, la Sicurezza pubblica, i rapporti con le altre Istituzioni e il quartiere Pennello _ solo alcune tra le deleghe – il sindaco dovrà gestire anche le Politiche sociali, con tutti gli annessi: in primis i temi della disabilità sui quali l’assessore era stata chiamata in causa nei giorni scorsi. Un carico ulteriore di lavoro che Maria Limardo probabilmente non avrebbe voluto ma è stata costretta a prendere per ragioni di opportunità amministrativa ma soprattutto politica. Resta da capire se – stando al gergo calcistico – questa sia la prima di una girandola di sostituzioni e cambiamenti.

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