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Fondi per i malati di Alzheimer L’accesso ai centri non “convince”Titggolo
Tonino Fortuna
Solleva molti dubbi e più di qualche perplessità l’avviso pubblico per la presentazione della domanda di accesso ai centri diurni da parte delle persone affette da Alzheimer ed altre forme di demenza senile. Il bando pubblicato sul sito del Comune prevede che vi partecipino potenziali pazienti, residenti in uno dei quindici comuni inseriti nel distretto socio-assistenziale, (con precedenza a chi risiede nella città capoluogo) che verranno selezionati sulla base di apposite priorità indicate all’interno dell’avviso.
Gli anziani verranno accolti per centotrentaquattro giorni in uno dei centri diurni accreditati dalla Regione, con una spesa che ammonterà a 30 euro quotidiani per ciascun paziente. Fin qui nulla di nuovo rispetto a quanto emerso già nei giorni passati.
Gli aspetti sui quali l’opposizione ha alzato la voce nella giornata di ieri nell’Aula di palazzo “Luigi Razza”, nel corso della commissione Politiche sociali, alla quale ha preso parte anche l’assessore Franca Falduto, sono stati altri. Anzitutto, «non è stato specificato da nessuna parte – ha detto Marco Miceli – dove siano ubicati questi centri diurni e quali siano». D’altronde, conoscere le distanze è fondamentale per captare eventuali pazienti. Questi ultimi peraltro «devono sapere – ha sottolineato Miceli (Pd) – se tali centri possano fornire o meno un adeguato livello di assistenza». Una preoccupazione condivisa anche da Luisa Santoro: «Chi si appresta a fare domanda – ha evidenziato l’esponente del M5S – deve sapere dove può concorrere» e dalla stessa presidente di commissione Lorenza Scrugli chiara la richiesta all’assessore: «Integrare l’avviso inserendo i centri accreditati sul territorio e magari prorogare la scadenza per effettuare le domande». Richiesta che l’assessore ha promesso di girare agli uffici competenti.
Le perplessità della minoranza, e nella fattispecie del consigliere Marco Miceli, non si sono esaurite qui. «Perché i pazienti che si trovano in uno stadio più grave della patologia – ha chiesto – risultano sfavoriti rispetto a chi sta meglio?». E ancora: «Con quali fondi il Comuni sosterrà la spesa di circa sessantamila euro?», Quesiti dinanzi ai quali l’assessore alle Politiche sociali non è rimasta in silenzio. «Il servizio offerto – ha chiarito Franca Falduto – è di carattere sociale e non sanitario, pertanto non si è in grado di gestire i casi più gravi».
Quanto alle risorse, «si attingerà da un fondo regionale del 2013, circa 70mila euro che il Comune rischiava di perdere». L’Ente metterà a disposizione, in realtà, la somma – frutto di risorse regionale – destinata ad interventi “urgenti in ambito sociale”. Somma erogate dalla Regione nel 2013 che nessuno si è ricordato fossero state in parte impiegate, negli anni scorsi, anche per sostenere la mensa dei poveri.
Allegato:
Nome CognomeCittà
Qui comincia il testo
La mensa dei poveriresta senza sostegno
Il Comune fa una precisa scelta peraltro nota da qualche settimana. E decide di non rimettere in campo le risorse che qualche anno addietro erano state destinate alla la lotta alla povertà e alla mensa dell’inclusione e di devolvere quelle somme agli ammalati di alzheimer. Una decisione non nuova, considerato che da oltre un anno la mensa dell’inclusione non funziona con fondi pubblici. I volontari e alcuni sacerdoti, su tutti don Piero Furci e don Peppino Fiorillo, continueranno ad agire con gli aiuti che arrivano da privati e Caritas . La politica, invece, ha pensato bene di puntare su altre questioni, non secondarie, ma forse meno evidenti rispetto al dramma della povertà dilagante sul territorio con il più alto tasso di disoccupazione del Paese.