VIBO – Giovani protagonisti del cambiamento per essere “liberi” dalla ‘ndrangheta

VIBO

Giovani protagonisti del cambiamento per essere “liberi” dalla ‘ndrangheta

Francesco Iannello

“Vibo Valentia finalmente Libera”. È la frase che il coordinamento provinciale di “Libera” ha scelto per presentare l’iniziativa svoltasi ieri mattina nell’auditorium del liceo Classico “Michele Morelli”. La manifestazione promossa dal referente provinciale dell’associazione contro le mafie, Giuseppe Borrello, ha avuto come paradigma quello di porsi in continuità rispetto alla storica manifestazione che ha visto migliaia di vibonesi percorrere le strade della città capoluogo la vigilia di Natale 2019 all’indomani della monumentale inchiesta “Scott-Rinascita”.

E proprio per questo l’associazione antiracket ha coinvolto numerosi attori istituzionali: dai massimi rappresentanti dell’arcipelago politico-istituzionale della provincia, ai relatori che hanno dato vita ad un interessante e molto partecipato confronto con gli studenti delle scuole vibonesi. Il dibattito, moderato dalla giovane attivista regionale e provinciale di Libera, Maria Joel Conocchiella, ha visto la partecipazione di Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto (ucciso dalla mafia nel 1982), di Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, di Bruno Capece, comandante provinciale dei carabinieri, di Camillo Falvo, procuratore della Repubblica di Vibo. Davvero pregnante il messaggio scaturito dalle parole della Dalla Chiesa: «Sono davvero importanti gli impegni che nelle scuole docenti e dirigenti hanno assunto in questo periodo per dedicare spazio e tempo alla formazione dei giovani sui temi della legalità e della responsabilità. Sono sicura che i ragazzi non sono qui pensando di avere un paio d’ore libere, ma per partecipare ad un momento importante per la loro formazione che non è solo scolastica, ma anche nel ruolo di cittadini. Alcuni di loro hanno partecipato anche alle manifestazioni che ci sono state a Vibo a seguito delle note inchieste e che hanno dimostrato una nuova voglia di esserci e una capacità di capire il significato della parola cittadino. Cittadino non è colui che abita quel luogo, ma è colui che lo fa suo, che lo vuole occupare con i suoi desideri, con i suoi progetti, che vuole lavorare, socializzare in pace ed in legalità».

E tra i passaggi cruciali della Dalla Chiesa c’è anche quella che ella stessa ha definito come “contro-ndrangheta”: «Troppo spesso imprenditori e cittadini vivono un sentimento di oppressione, ma io mi voglio appoggiare all’altra realtà, la contro ‘ndrangheta. Mi voglio appoggiare alla voglia di riscatto, alla capacità di sorridere alla vita, di guadare alla vita a testa alta e viverla con dignità senza essere succubi al malaffare». Importante anche il messaggio del procuratore Camillo Falvo che ha spiegato come sia «ancora presto per dire quali sono gli effetti definitivi di quello che abbiamo fatto. Devo dire – ha sottolineato – che la risposta della città, dei giovani è stata esemplare. C’è tanta gente che vuole venire in Procura a denunciare. Rispetto al passato questo meccanismo si è innescato». Soddisfatto dell’iniziativa Borrello: «Abbiamo sentito forte la necessità di dare continuità alla manifestazione del 24 dicembre. C’è la necessità di confrontarsi e capire, di parlare con i ragazzi. Non c’è bisogno né di santi, o eroi, ma che ognuno si senta protagonista della rivoluzione per la normalità per Vibo e per tutta la Calabria».

L’incontro al “Morelli” seguela manifestazione promossadopo l’operazione della Dda

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