Vibo – Il silenzio e l’omertà sinonimo di complicità

 

 

VIBO

DON CIOTTI

Il silenzio e l’omertà sinonimo di complicità

 

«Dobbiamo diventare noi stessi il cambiamento». Parole che mirano a scuotere le coscienze di tutti, perchè tutti, nessuno escluso è in concorso di colpa nel processo alla mafia. A pronunciarle è stato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera che da Foggia, città scelta per accogliere la manifestazione a livello nazionale, ha parlato affinché la memoria delle vittime degli omicidi mafiosi si traduca in impegno concreto e responsabilità. In collegamento video con la piazza vibonese ha sollecitato l’opinione pubblica a scrivere nelle proprie coscienze tre parole: «La prima – ha detto – è continuità, la seconda è condivisione perchè il noi deve vincere su ogni forma di individualismo, e la terza è la corresponsabilità, cioè il chiedere alle istituzioni che facciano la loro parte, e se non lo fanno dobbiamo essere una spina per chiedere conto». Essere vigili, attenti, presenti. Proprio come in tanti hanno scelto di essere presenti in occasione di questo evento.

«Il cambiamento – ha proseguito – ha bisogno di tutti. Noi lo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma dobbiamo chiederlo anche a noi come cittadini: abbiamo bisogno di cittadini responsabili non di cittadini che ci sono ad intermittenza a secondo dei momenti e delle emozioni». E poi riprendendo un messaggio lanciato da Papa Francesco ha invitato tutti, non solo i cristiani, a non cedere alle lusinghe dei demoni della «sfiducia, apatia e rassegnazione. Stiamo vivendo un momento storico in cui la vita ci chiede di osare, di avere coraggio a partire dalle piccole decisioni di ogni giorno». Si riferisce all’atto della denuncia don Ciotti perchè il «silenzio e l’omertà sono sinonimo di complicità, sono i sicari della speranza». Se la società non è in grado di farsi carico di questo senso di responsabilità allora questa giornata sarà archiviata nel capitolo dell’effimera “memoria di circostanza”. (ro.me.)

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