VIBO
Il volontariato non trova “casa”
Rosita Mercatante
In vista della “Festa del volontariato”, che si svolgerà il primo maggio all’interno del parco urbano cittadino, il mondo dell’associazionismo si appresta a tracciare un bilancio sul proprio operato divenuto ormai indispensabile per la comunità. In tutta la provincia vibonese a svolgere attività gratuita a favore della collettività – trovandosi, in molti casi, a sostituire le Istituzioni – sono 300 organizzazioni il cui punto di riferimento è il Centro Servizi per il Volontariato. Un organismo che attraverso le risorse messe a disposizione dai Fondi regionali, offre il proprio sostegno all’esercito dei volontari, come ha spiegato il direttore Maurizio Greco che nell’esporre il suo resoconto non può fare a meno di ritornare su una questione “irrisolta”. Già, perchè per il responsabile del Csv il “rifiuto secco” ricevuto da parte dell’Amministrazione guidata dal sindaco Costa alla proposta di realizzare la “Casa del Volontariato della Provincia” nei locali della Biblioteca comunale non può bastare per rassegnarsi e archiviare un progetto ambizioso che in altre città sta ottenendo un grande successo e avrebbe portato dei benefici alla società: «Avremmo investito sul territorio – ha spiegato – le somme non più utilizzate per il fitto, circa 15mila euro all’anno».
Ricostruendo i fatti: era il 5 ottobre 2015 quando il Csv, con alle spalle un’attività decennale, chiedeva la concessione della struttura di via Jan Palach con l’obiettivo di dare vita ad un luogo di incontro, di relazione e di aggregazione dei cittadini offrendo una serie di servizi come l’accesso alle biblioteche online del Csv che dispongono di oltre 200 volumi. Dopo 15 giorni in poche righe il Comune respingeva la proposta spiegando che «era stata programmata una diversa destinazione della Biblioteca armonica alla sua funzione».
Da allora sono state altre le associazioni designate per la gestione del presidio culturale e su questa scelta chiede delle spiegazioni il direttore Greco: «Vorremmo capire qual è il motivo per cui siamo stati scartati e ci sono enormi difficoltà a dialogare con il Comune che sembra averci sbarrato le porte. Sbalordisce ancora di più – ha concluso – vedere che la struttura è quasi abbandonata e poco vissuta»
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