Vibo, la denuncia dell’Avis provinciale: «Da oltre 9 mesi niente rimborsi dall’Asp»

L’associazione riferisce che per coprire i costi delle raccolte di sangue le 16 sedi vibonesi stanno utilizzando le risorse in cassa, ma presto la situazione diverrà insostenibile: «Dall’Azienda sanitaria solo un rimbalzo di responsabilità e competenze»

«Atteggiamento ingiustificato e arbitrario», con queste parole l’Avis provinciale punta il dito contro l’Asp di Vibo Valentia, che «da oltre 9 mesi, non corrisponde i dovuti rimborsi per il sangue raccolto, come previsto dalla convenzione rinnovata a luglio scorso tra le varie dirigenze Asp e la presidente provinciale Caterina Forelli».
«Un problema non da poco – scrive in una nota il direttivo dell’associazione -, che influisce sulla programmazione delle raccolte, indispensabili e imprescindibili, di cui in provincia si occupa solo l’Avis, garantendo l’autosufficienza e le necessità. Un problema perché la raccolta ha un costo: personale medico e infermieristico; affitti e gestione sedi; gestione mezzi sanitari di raccolta e trasporto sangue ed emoderivati; materiale farmaceutico. Va da sé che la sede provinciale e le 15 comunali, coordinate della prima, devono dare fondo alle risorse di cassa. Dopodiché, se non si ottengono i rimborsi dovuti e necessari la macchina s’inceppa e la raccolta arranca, con le conseguenze che chi si trova ad avere bisogno di trasfusioni conosce bene. Purtroppo».

econdo l’Avis provinciale, sarebbero due i problemi («assurdi») riscontrati: «In primis il processo di digitalizzazione attuato dall’Asp, che prevede che per giungere al pagamento dei rimborsi ogni dirigente coinvolto debba apporre la firma di autorizzazione: sfortunatamente non tutti sanno utilizzare correttamente i mezzi informatici. In secondo luogo la prima firma, che ratifica quanto dichiarato da Avis sulle spese sostenute, deve essere apposta dal capo dipartimento servizi, che da circa un anno è in quiescenza: il nuovo, Angela Soriano, si rifiuta di firmare, perché, secondo quanto afferma, non sarebbe sua competenza. L’ufficio di segreteria dell’associazione ha inviato varie Pec e cercato di contattare tutti i livelli interessati, senza risposte concrete. Un solo dirigente aveva dimostrato attenzione e impegno ma frutti nulla».

Un «rimbalzo di responsabilità e competenze» che da oltre nove mesi sta esasperando l’Avis provinciale e, di riflesso, le comunali, che «finché possono fanno ricorso al fondo cassa, ma la situazione, già critica, a breve, diverrà insostenibile e le Avis saranno impossibilitate a svolgere il proprio compito. Chissà – conclude il direttivo – cosa ne pensano tutti quelli che hanno bisogno essenziale di sangue e che, grazie ad Avis, riescono a dare un senso concreto ad una vita che, altrimenti, sarebbe destinata a piegarsi al proprio destino».

Fonte: ilVibonese

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