VIBO
Non c’è… spazio, poveri senza cibo
Tonino Fortuna
Quindici pedane di pasta destinate ai bisognosi sul territorio provinciale rispedite al mittente dalla Croce Rossa perché Comune e Provincia non sono riusciti a recuperare un immobile nel quale conservare il prodotto.
In un territorio in cui la povertà cresce di pari passo con la disoccupazione, vengono rimandati indietro anche quintali di derrate alimentari destinati alla Croce rossa che fa assistenza ai bisognosi mediante programmi del ministero delle Politiche sociali e con l’Unione europea. «Non c’è stato nulla da fare – ha detto la presidente Caterina Muggeri -. Non avremmo potuto conservare in nessun posto, tra quelli a nostra disposizione, una tale quantità di cibo. Pertanto, abbiamo provveduto a restituire quanto previsto per il 2019, alle fabbriche che li producono e ce li forniscono su indicazione della Agea». E il problema rischia di riproporsi a breve quando arriveranno altri alimenti: «Nelle prossime settimane giungeranno anche altre derrate alimentari, lunedì sarà la volta della carne inscatolata, che rischiamo di perdere per la stessa ragion». Una vera e propria disdetta in un’area del Paese che vede la Cri impegnata a servire «almeno 1300 indigenti ed oltre 500 famiglie in difficoltà spalmati tra il capoluogo e i comuni di Serra, Vallelonga, Nicotera, Tropea, Acquaro».
Ma come è potuto accadere tutto ciò? «Avevamo dei magazzini di proprietà della Provincia, uno in particolare a Mileto – ha chiarito la presidente della Croce Rossa -. Questo locale successivamente è servito all’amministrazione provinciale e da quel momento i nostri problemi sono aumentati. Peraltro, avremmo bisogno di almeno 150 metri quadrati nel capoluogo, perché anziani e disabili indigenti non hanno l’auto e non possono spostarsi».
Soluzioni all’orizzonte, tuttavia, al momento non sembrano esservene. «Sia il sindaco che il presidente della Provincia devo dire che si stanno impegnando – ha puntualizzato Caterina Muggeri – ma per ora senza esito». La presidente della Cri si è perfino recata in Prefettura, nel tentativo di venire a capo della questione. «Non sappiamo come fare neppure per accettare indumenti. Abbiamo grosse difficoltà – ha chiosato – a gestire la roba che già si trova nei pochi locali concessi a nostra disposizione. Ne abbiamo uno a Briatico ed uno a San Costantino». Troppo poco per far fronte a una richiesta di povertà così grande… «E la preoccupazione maggiore è quella di perdere tutto quanto arriverà da qui alla fine dell’anno».