VIBO
IL PREFETTO GUIDO LONGO HA DATO IL VIA ALLA LETTURA DEI MARTIRI DELLA MAFIA DANDO MEMORIA ANCHE AI TANTI DEI QUALI NON SI HA CONOSCENZA
Storie, volti, nomi in ricordo di tante vite spezzate spesso dimenticate
Vittoria Sicari
Un impegno in memoria dei tanti ragazzi di Calabria morti ammazzati ha coinvolto Libera-Vibo, Cgil, Cisl e Uil, Confidustria, azienda Callipo, Coop, Cna, Csv, Confcommercio, amministrazione comunale, Studio progetto Europa, Usr, Anci, Polizia municipale e Istituto alberghiero “E. Gagliardi”. Sono questi gli organizzatori dell’imponente manifestazione che ha visto in testa al corteo i familiari delle vittime di mafia, ospiti a pranzo, a conclusione dell’iniziativa, all’Alberghiero, guidato dal dirigente scolastico Carlo Pugliese.
Il messaggio che è passato soprattutto da parte dei familiari dei martiri di ’ndrangheta è stato quello di responsabilità, giustizia e verità. «Mio figlio è morto da circa sei anni – ha detto Martino Ceravolo, papà di Filippo – e ancora aspetto una risposta. Vado avanti nelle mie battaglie quotidiane e sono presente nelle scuole perchè quello che è successo alla mia famiglia non deve accadere a nessun altro».
In marcia anche i genitori di Francesco Prestia Lamberti che hanno ribadito la forte necessità di «ribellarsi di fronte alla violenza ed ai soprusi». Un messaggio di cambiamento è arrivato pure da Vincenzo e Federica, rispettivamente fratello e figlia di Maria Chindamo, che hanno invitato soprattutto i giovani a dire basta ai soprusi. Fortemente educativo il monito lanciato dall’insegnante Rita De Nino (Scuola Murmura) che ha sottolineato la necessità di investire sull’educazione partendo dall’infanzia e dalla genitorialità e puntando su aspetti emotivi, affettivi e relazionali.
«Le aziende di Confindustria stanno con la legalità», ha sottolineato il presidente provinciale Rocco Colacchio.
Sullo stesso binario le dichiarazioni dei componenti del mondo delle associazioni e dei presidenti regionale (don Ennio Stamile) e provinciale di Libera (Giuseppe Borrello), i quali hanno acceso i riflettori sulla necessità di puntare al riscatto attraverso le giovani generazioni. «Il seme che Libera ha piantato – ha detto invece mons. Giuseppe Fiorillo presidente onorario di Libera-Vibo – sta crescendo. Il lento lavoro durato dodici anni sta dando i suoi frutti. Oggi c’è un fiume di gente e questo è segno che il cambiamento è nell’aria. Il risveglio deve partire da questo territorio disastrato – ha aggiunto il sacerdote – perchè qui c’è più bisogno di giustizia, lavoro e libertà». In corteo anche l’ex parlamentare Angela Napoli la quale ha sottolineato: «È importante che questa giornata si svolga a Vibo perchè questo territorio purtroppo è sotto il dominio di una cappa criminale che continua a mietere vittime».
«Bisogna esserci – ha detto invece il prefetto di Reggio Michele di Bari – perchè questo argine di persone esprime sentimenti di legalità a testimonianza che qualcosa deve cambiare». A conclusione dell’evento a dare il via alla lettura delle 970 vittime di mafia è stato il prefetto Guido Longo, il quale ha voluto ricordare non solo «le vittime innocenti delle quali conosciamo le storie e quelle di cui sappiamo i nomi, ma anche le tante di cui non abbiamo conoscenza».