VIBO
Teatro amatoriale si fa per… dire Perché la passione sul palco è tutto
Vittoria Sicari
Forse è un po’ stretto dentro quell’aggettivo “amatoriale”, che rende malamente la passione e l’impegno di chi lo fa, il teatro delle compagnie filodrammatiche costituisce una realtà indiscutibilmente viva e dinamica. È un teatro fatto da persone che paese per paese, sera dopo sera, oltre il lavoro e gli impegni familiari, portano avanti, in maniera spesso assolutamente gratuita e volontaristica, il proprio amore per il teatro, contribuendo alla crescita culturale e sociale della comunità e diffondendo l’amore e la conoscenza delle arti sceniche.
Nasce con questi obiettivi il coordinamento provinciale delle compagnie teatrali amatoriali del territorio. La finalità è anche quella di promuovere l’attività teatrale e culturale in una città priva di un punto di riferimento per artisti e appassionati. In attesa della realizzazione del nuovo teatro, le compagnie sentono infatti l’esigenza di avere un luogo d’incontro, ma anche un posto in cui fare le prove e proporre il proprio repertorio a prezzi popolari. Ad organizzare l’iniziativa, il presidente dell’Uilt Gino Capolupo che dirige anche il gruppo dei “Commedianti”. Un primo incontro conoscitivo e informativo si è tenuto di recente alla biblioteca comunale che sarà la sede in cui le varie compagnie si ritroveranno.
Dopo circa cinque mesi di attesa il Comune ha, infatti, accolto la richiesta di Capolupo ed ha autorizzato l’uso della struttura. «Adesso – spiega lo stesso – bisognerà realizzare un palcoscenico agibile e avviare un progetto per tutto il comprensorio in modo da poter consentire alle varie compagnie della provincia di fare teatro».
Alla riunione erano presenti circa dieci associazioni, oltre ai referenti dell’Uilt (Unione italiana libero teatro) e della Fita (Federazione italiana teatro amatoriale). «Abbiamo subito accettato di partecipare all’iniziativa – commenta Nicola Vinci (Teatro amico Vibo) – perché è necessario che questa città abbia una struttura adibita a teatro, anche per soli cento posti. E poi perché riteniamo sia bello rivitalizzare i luoghi della nostra Vibo attraverso il teatro che fa cultura viva».
Di spirito costruttivo e percorso sinergico ha parlato pure Francesco Malorzo, presidente della compagnia “Gli artefatti” e vicepresidente Fita. «Dobbiamo abbandonare la mentalità che quando qualcuno fa qualcosa – spiega Malorzo – lo fa per danneggiare qualcun altro. A Vibo ci sono tanti artisti di grande livello e fare squadra è importante se si vuole ottenere qualcosa».
A condividere l’esigenza di un Forum è anche Roberto Lo Bianco (Teatro oratorio San Leonardo -Longobardi). Contenta di poter proporre una forma di teatro sperimentale la compagnia “Agrodolce” che sposa in toto la causa. Sulla stessa lunghezza d’onda tutto il gruppo del “Teatro amico” che finora si è appoggiato alla parrocchia Sacra famiglia per avere un punto di riferimento.
Hanno dato la loro adesione, seppure assenti alla riunione, anche “I nuovi Guitti” “La Ribalta” e “I nati per caso”. Tutti concordi sul fatto che «scomparso il teatro Valentini – su cui è in atto un progetto di recupero avviato da Gino Capolupo con il proprietario – che contava circa 1.200 posti, per anni la città capoluogo è rimasta priva di una struttura adeguata. Un vuoto, questo, che pesa come un macigno in una realtà in passato punto di riferimento culturale per le altre città calabresi».