VIBO
Trasporto dei dializzati Aned e Asp fanno rete e risolvono il problema
Francesco Iannello
È stata presentata ieri mattina, negli uffici della direzione generale dell’Asp, la convenzione sottoscritta tra l’Azienda sanitaria provinciale e l’Associazione nazionale emodializzati (Aned) sul trasporto dal domicilio ai Centri dialisi dei soggetti nefropatici cronici in trattamento dialitico. A presentare l’accordo, il commissario straordinario dell’Asp, Giuseppe Giuliano, i rappresentanti dell’Aned, il vice segretario nazionale Pasquale Scarmozzino, il segretario regionale, Rocco Lagano e Rossella Iannello. Presente, inoltre, Nazzareno Fedele dell’ufficio comunicazione dell’Asp.
«Siamo stati i primi ad aderire a questo progetto – sottolinea il commissario straordinario Giuliano – grazie anche all’Aned che ci ha fornito questo programma che consente all’Asp di Vibo di raggiungere uno dei requisiti dei livelli di assistenza che è appunto il trasporto dei pazienti dializzati. Era necessario in qualche modo trovare una disciplina che fino ad oggi non c’era. L’obiettivo di questa convenzione è quello di garantire ai pazienti un trasporto dove non ci siano effetti speculativi. Nella convenzione abbiamo previsto che coloro che svolgono attività di trasporto non dovranno avere nessun altro tipo di retribuzione nei confronti dell’azienda. E’ un fatto morale, ma l’abbiamo inserita come norma. Oggi – conclude Giuliano – abbiamo reso più semplice un percorso che già altre Asp tentavano di seguire».
«Questo accordo – evidenzia Pasquale Scarmozzino – rappresenta una medicina che rincuora moralmente i pazienti. Questo è un mondo in genere abbastanza trascurato, non solo in Calabria, ma anche altrove. È solo Aned a battersi. Tramite questa convenzione dobbiamo esportare un modello virtuoso perché non possiamo avere nella stessa regione malati di serie A e di serie B».
Ma oltre al problema del trasporto dei dializzati, c’è la tematica atavica legata alla mancanza di strutture adeguate: «In Calabria – evidenzia Scarmozzino – le strutture sono sufficienti, ma sono tutte malandate. Tra le più vetuste ed inadeguate c’è quella di Vibo. Noi abbiamo già proposto di trovare gli spazi per una nuova struttura e credo che ci sia una soluzione, vale a dire andare al Comune per chiedere una struttura adiacente, una tensostruttura, in modo tale da adeguarla alle nuove necessità. Noi daremo il nostro impulso, se necessario intraprenderemo azioni di protesta perché attualmente non si può operare in sicurezza. Manca la sala contumaciale, i bagni non sono a norma, la sala d’attesa è inesistente. I dializzati di Vibo devono essere rispettati come tutti gli altri».
Rimane però da sciogliereil nodo strutturaleesistente al nosocomio