Vibo – Un prezioso patrimonio da “rispolverare” e rendere fruibile

VIBO

Rosita Mercatante

Scardinare la convinzione, radicata fino a poco tempo fa, che i luoghi della cultura, proprio perché preziosi, non potessero essere fruibili da tutti. Un’impresa non semplice da compiere ma, neppure, impossibile.

Almeno questa è la ferma convinzione di un gruppo di associazioni, che sulla scia delle idee lanciate dall’archeologa Maria D’Andrea e dal direttore del Sistema Bibliotecario Gilberto Floriani, hanno deciso di impegnarsi nella promozione di attività volte a far conoscere il patrimonio archeologico e culturale della città.

Come? Il primo passo della strategia è quella di aprire le porte della principale struttura museale della città ospitata all’interno del Castello Normanno-Svevo. Far conoscere anche ai non “addetti ai lavori” i preziosi reperti storici inevitabilmente darà un impulso alla comunità per sentirsi più responsabile della loro sorte. L’occasione è stata l’importante ricorrenza del cinquantesimo anniversario dall’istituzione del Museo Archeologico “Capialbi” e il ricordo di un momento passato di grande vitalità culturale per il capoluogo che si è inteso celebrare con un ricco programma che si dipanerà per tutto l’arco dell’anno attraverso incontri ed eventi di stampo divulgativo e scientifico. Ma non solo.

Tra le proposte avanzate dall’archeologa D’Andrea compare anche il conferimento della cittadinanza onoraria all’archeologo Ermanno Arslan, che ha il merito di aver scoperto la Laminetta Orfica negli scavi fatti in città. Un programma che ha preso il via già nel mese di gennaio, con la presentazione della Web-App Video guida Lis per il Museo (attiva entro la fine di marzo), e che ha visto la prosecuzione con un incontro – svoltosi a Palazzo Santa Chiara – per discutere di “accessibilità e inclusione” e dell’apporto che le nuove e tecnologiche metodologie di comunicazione sono in grado di offrire.

Un appuntamento in cui hanno relazionato Franco Prampolini dell’Università Mediterranea, Rosanna Pesce e Giuseppe Musicò della società digi.Art illustrando il progetto “Touch, Feel, Think” realizzato al Museo di Rosarno-Medma e i Serious Game attivi al Museo di Reggio Calabria. Due esperienze positive che hanno permesso di approcciarsi all’arte da vicino e in maniera coinvolgente a chiunque avesse dei limiti sensoriali.

Da parte del direttore Floriani è arrivata la precisazione in apertura dei lavori: «Abbiamo comunicato il nostro progetto sia alla direttrice del polo museale regionale Angela Acordon che alla direttrice del Museo Capialbi Adele Bonofiglio, specificando la nostra intenzione a collaborare, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Questa chiusura nei confronti del nostro operato è difficile da comprendere e, dunque da giustificare».

Proposto pure il conferimentodella cittadinanza onorariaa Ermanno Arslan

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