Vibo Valentia – Il Comune vara l’assistenza ai disabili Ma ancora mancano i piani individuali

CALABRIA

Il Comune vara l’assistenza ai disabili Ma ancora mancano i piani individuali

Ritardi si registrano anche nell’ambito della contrattualizzazione di otto assistenti sociali scelti tramite concorso

Tonino Fortuna Vibo Valentia

L’ennesimo polverone rischia di travolgere gli uffici del Comune di Vibo Valentia. Questa volta nel mirino finisce il servizio socio-assistenziale di assistenza ai disabili nel relativo distretto socio-assistenziale del quale il capoluogo è ente capofila. Nei giorni scorsi molte famiglie con disabili under 65 sono state contattate dall’Ente per l’attivazione del servizio di assistenza domiciliare integrata a seguito di un apposito bando di gara aggiudicato tempo addietro. E ad insorgere è stata l’associazione “Io Autentico”, una delle più attive nel settore. Non hanno avuto alcun dubbio i componenti del consiglio direttivo, Enrico Mignolo, Francesca Iorfida, Maria Chiara Grillo, Chiara Epifanio e Maria Liberata Vaianella. A loro giudizio, «è assolutamente illegittima l’amministrazione del servizio di assistenza socio assistenziale, gestita con i fondi (regionali) per la non autosufficienza che, tra le altre cose, allo stato, riguardano ancora solo le annualità 2013 (residui) e 2014».

Parole perentorie quelle dei componenti dell’associazione, convinta che «l’illegittimità si fonda sull’inesistenza, a monte, dei piani di assistenza personalizzati». Piani che «non sono mai stati redatti per ogni persona», violando l’apposita legislazione che impone ai Comuni «l’obbligo di predisporre un progetto individuale basato sulle necessità del disabile e della famiglia». Numerose le osservazioni al Comune, «inadempiente nella predisposizione di un progetto individuale e del relativo piano di assistenza personalizzato per ciascun disabile che vi risieda». Il tutto senza considerare i ritardi nella contrattualizzazione di otto assistenti sociali – a seguito del concorso il cui bando era stato inizialmente annullato per vari errori formali e sostanziali – «che dovranno essere presi in carico proprio per le esigenze organizzative dei servizi che il distretto – scrive il direttivo di Io Autentico – deve rendere alla comunità».

Pesanti gli strali dell’associazione nei confronti dell’Amministrazione, burocrazia compresa: «Il Comune di Vibo – infieriscono Mignolo e gli altri componenti del direttivo – non ha idea di quante e quali siano le forme di disabilità dei propri residenti». Addirittura per predisporre gare e bandi «deve richiedere gli elenchi dei disabili all’Asp per l’erogazione dei servizi». E allora, «perché non delegare all’Asp il servizio di assistenza sociale?».

La lunga serie di osservazioni investe anche l’utilizzo degli operatori socio-sanitari: «I disabili, infatti, non hanno solo bisogno di Oss». A tal proposito, la «mala gestione» si è fatta parecchio sentire in questo settore producendo «un bando con servizio esternalizzato ad una cooperativa di Paola che prevede la fornitura solo di Operatori socio-sanitari». A proposito, «qual è il criterio utilizzato nella scelta di Oss per disabili?». E ancora: nel caso di persona con autismo, «cosa se ne fa una famiglia degli operatori socio-assistenziali?». In una tale eventualità servono figure specializzate, in caso contrario possono essere determinati «gravi danni all’andamento del percorso terapeutico ed educativo già in corso».

Una disamina specifica che mira, inoltre, a mettere in rilievo tutte le contraddizioni del bando del capitolato. All’interno non si evidenzia «alcuna tipologia di supporto socio-assistenziale-relazionale cui il servizio dovrebbe essere dedicato». Anzi, «in spregio ai diritti dei disabili, viene anche fatto riferimento al Piano personale di assistenza, che in realtà non esiste» e di cui il Comune «non è neanche a conoscenza, sulla base dei dati richiesti alla Asp». Insomma, lacune che vanno ad aggiungersi a lacune. Da qui il monito dell’associazione: «La gestione dei servizi socio-assistenziali a favore dei disabili deve cambiare subito». Una sorta di imperativo kantiano che rischia di rimanere, ancora una volta, lettera morta!

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