Il comitato provinciale con gli attori della Compagnia stabile di Grosseto
UNICEF, TOUR TEATRALE NELLE SCUOLE
La presidente Cinzia Catanoso: “Necessario educare i ragazzi alla solidarietà”.
(Nella foto: la presidente Cinzia Catanoso)
VIBO VALENTIA – “La favola è da sempre contenitore di verità. Lo sapevano bene le civiltà più antiche, che affidavano a miti e leggende i loro valori, che affidavano a miti e leggende i loro valori, perché potessero essere tramandati. Attraverso l’artificio di una favola, in cui i protagonisti sono spesso animali, si può infatti raccontare la realtà in modo del tutto naturale e diretto, arrivando al cuore di chi legge, o perché no, di chi ascolta”.
Pensieri e parole di Cinzia Catanoso, presidente del Comitato provinciale dell’Unicef che ha promosso in alcune scuole primarie della città e dell’Hinterland un tour teatrale, protagonisti gli attori della Compagnia teatro stabile di Grosseto nell’opera “La Gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”. Il tour si è concluso l’altro ieri davanti agli alunni della scuola elementare Don Bosco.
L’iniziativa s’inquadra nel progetto “Verso una scuola amica”, promosso dall’Unicef su tutto il territorio nazionale, cui anche nella provincia di Vibo hanno aderito molti istituti scolastici. Giustificata pertanto la soddisfazione della Catanoso e di Gaetano Aurelio, docente referente provinciale delle attività Unicef rivolte alle scuole. In provincia sono stati coinvolti, in particolare, gli istituti comprensivi di Nicotera e Sant’onofrio, a Vibo il ! circolo “Don Bosco” e l’istituto Garibaldi- Buccarelli. “Il nostro scopo – spiega la presidente provinciale Unicef – è stato quello di portare nelle scuole la cultura dei diritti umani, che è alla base della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, la stella polare che ispira tutte le nostre azioni di volontari Unicef. L’intento, al contempo, era anche quello di diffondere la cultura delle solidarietà, perchè 1 euro di ciascun biglietto pagato dai bambini è stato devoluto all’Unicef per finanziare i numerosi progetti di cooperazione internazionale in corso nei Paesi in via di sviluppo”.
Nella citata fiaba, come rileva la presidente Catanoso, il grande scrittore cileno Sapulveda “tocca temi importanti, quali l’amore per la natura e il dovere di difenderla, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche ( e soprattutto) fra “diversi”. Una storia, dunque che ben si adatta al mondo di oggi, dove troppo spesso si dimenticano i sentimenti, dove i diritti umani sono spesso calpestati, dal mancato rispetto per le persone e per l’ambiente in cui viviamo, dove l’egoismo prevale sulla solidarietà e sulla tolleranza, soprattutto nei confronti di chi ci appare “diverso”, per cultura, religione, ceto sociale o disabilitò. Mi ritornano in mente le parole di Don Ciotti, pronunciate a Vibo qualche settimana addietro: le mafie si sconfiggono contrastando la povertà, praticando politiche d’inclusione sociale… Non ci può essere pace senza giustizia”. Una storia bellissima e commuovente, quella rappresentata agli alunni, che porta a “riflettere sull’inquinamento ambientale, sull’importanza di una promessa, ma soprattutto su come l’accoglienza, la solidarietà e l’aiuto reciproco possano davvero fare miracoli, attraverso il coraggio e l’amore si può superare qualsiasi diversità e “imparare a voltare””.
La presidente provinciale Unicef si dice dunque molto soddisfatta per il successo dell’iniziativa perchè essa ha avuto una doppia valenza: “La raccolta fondi è essenziale per un organismo come l’Unicef, perchè serve a contrastare la mortalità infantile e neonatale in molte parti del mondo afflitte dalla povertà estrema e dalla fame”. Essere volontari Unicef significa però anche chiedersi in che modo rispondere ai bisogni del territorio in cui si vive. “Il bisogno formativo più urgente che il nostro territorio esprime è quello di legalità, la cui carenza genera il sottosviluppo. A questo – conclude la Catanoso – noi rispondiamo diffondendo tra i bambini la cultura dei diritti umani, attraverso la conoscenza della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, per fargli giungere alla consapevolezza di essere titolati di diritti e conseguentemente di dover rispettare il diritto altrui”.
fonte: Quotidiano del Sud
Autore: Francesco Prestia