Vibo – Violenza sulle donne, necessaria una svolta culturale

Vibo

L’iniziativa dell’associazione “ViboInsieme” al Sistema bibliotecario per dire “No” al femminicidio

Violenza sulle donne, necessaria una svolta culturale

Un “No” forte al femminicidio è stato pronunciato nel corso della settimana che introduce la giornata mondiale contro la violenza alle donne dall’associazione ViboInsieme, presieduta da Michele La Rocca.

Una battaglia culturale quella portata avanti da ViboInsieme allo scopo di educare le coscienze al rispetto reciproco. Un percorso avviato sin dal 2015 che anche quest’anno prosegue lungo i binari di cultura e formazione. Con questi obiettivi si è tenuto al polo culturale Santa Chiara un seminario sul tema, in sinergia con il centro antiviolenza donne, il comitato Asi, l’associazione “L’isola che non c’è” e il comitato delle due Sicilie sezione Calabria. Madrina dell’iniziativa l’attrice Annalisa Insardà da sempre impegnata a divulgare attraverso l’arte il messaggio dell’antiviolenza. All’incontro hanno partecipato, inoltre, la vice presidente di ViboInsieme Caterina Macrì, la pisicologa del Cavd Caterina Patania, l’avv. Carmen Muzzì, la scrittrice Teresa Averta, il poeta Pippo Prestia, Titti Marzano (Isola che non c’è) e Vincenzo Chindamo, fratello dell’imprenditrice Maria recentemente e misteriosamente scomparsa a Limbadi. Ad introdurre i lavori, dopo il saluto del presidente del Sistema bibliotecario Gilberto Floriani, è stata Annalisa Insardà, la quale si è soffermata sul ruolo dell’arte che «deve essere da guida per le coscienze, fucina di pensieri, corazza contro stupidità e ignoranza». A fornire i dati di un fenomeno in crescita esponenziale è stata la psicologa Patania. «Sono 6mila 788 in Italia i casi di violenza, ma sono poche le donne che denunciano e ancora meno in realtà come la nostra». L’aspetto giuridico è stato trattato invece dall’avv. Averta. Forte la testimonianza di Vincenzo Chindamo, il quale ha voluto richiamare le istituzioni alla soluzione del caso della sorella scomparsa. Interessanti i commenti di mons. Giuseppe Fiorillo e della vice presidente Caterina Macrì. Il primo, che in passato ha seguito la “Casa di Marta” dove trovavano rifugio donne violentate, ha posto l’accento sulla necessità di avviare un percorso appropriato alle donne vittime di violenza. Mentre è stata la seconda a riflettere anche sull’uomo. «I femminicidi non sono fatti privati – ha concluso la Macrì – ma collettivi e testimoniano con le loro brutture la presenza di elementi distorti nella nostra società, per cui è necessario allargare la nostra riflessione anche alla politica e al riposizionamento di nuove forme di valorizzazione degli individui» All’iniziativa era presente il sen. Bevilacqua. (v.s.)

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