VIBO
CRESCE IL NUMERO DEGLI INDIGENTI NEL VIBONESE CHE SI RIVOLGONO AD ASSOCIAZIONI, CHIESE E BANCO ALIMENTARE
Seimila poveri in cerca di aiuto
Nel 2017 distribuiti 330mila kg di alimenti: mancano i soldi per mangiare
Vittoria Sicari
In base ai dati Istat il livello di povertà assoluta è in aumento. Si tratta di circa 4 milioni e 598 individui in Italia.
Il valore più alto dal 2005. Nel Mezzogiorno il fenomeno interessa il 10 per cento della popolazione rispetto al 5,6 per cento del Centro Italia. Tra le regioni del Sud è la Calabria ad essere in coda alla lista con ben 73mila famiglie a rischio di povertà assoluta, mentre la provincia di Vibo Valentia è fra quelle in “rosso” per qualità della vita, aumento del tasso di disoccupazione giovanile, calo dei consumi. Un crollo che secondo gli indicatori Istat è dovuto non solo alla congiuntura economica, ma anche alle contraddizioni di un sistema politico regionale incapace di creare opportunità di lavoro e promuovere ricchezza.
Nel Vibonese il numero degli indigenti nell’ultimo decennio è aumentato in maniera esponenziale. A fare il punto della situazione è il direttore del Csv Maurizio Greco, il quale conferma il radicamento della povertà anche in quei segmenti di popolazione in cui in passato non era presente. Oltre agli anziani, ai disoccupati e ai nuclei familiari con più di tre figli a carico, la fascia vulnerabile ora è il ceto medio. Nei centri di ascolto e nelle associazioni locali da qualche anno a questa parte sono aumentati, rispetto agli immigrati, i residenti che non riescono ad arrivare a fine mese.
I problemi da affrontare i più disparati: utenze e fitti da pagare, spese alimentari e farmaceutiche, visite mediche, mutui, finanziarie. Le necessità sono tantissime e tutte fanno capo al bisogno più importante, ossia quello di dare dignità ad ogni essere umano senza creare dipendenza.
Spesso però i disagi si cronicizzano e il povero non riesce a risalire la china. Una situazione allarmante che le associazioni locali non riescono più ad arginare. Sono, infatti circa 6mila i vibonesi che sono entrati a far parte dei programmi di assistenza di Caritas, parrocchie, centri di aggregazione sociali, Banco alimentare e associazione San Vincenzo De Paoli. Quest’ultima raccoglie anche il guardaroba usato e lo distribuisce ai bisognosi.
A fare la loro parte pure Protezione civile, Croce rossa e mensa dei poveri. Quest’ultima invece gestita dall’associazione “Condividiamo” serve circa 35 pasti domenicali grazie al contributo di soci e cittadini che contribuiscono all’acquisto dei prodotti. Ma il lavoro dell’associazione non si limita solo alla distribuzione di piatti caldi quanto a prestare aiuto psicologico a persone sole, ragazze madri, famiglie indigenti. Secondo i responsabili dell’associazione la povertà è in aumento e i dati a disposizione non forniscono un quadro preciso del fenomeno, in quanto ci sono molti pregiudizi e parecchie persone si vergognano di presentarsi a mensa. Anche il Banco alimentare dà un grosso contributo. «Quest’anno – ha detto il presidente Antonello Murone – abbiamo distribuito 330mila kg di derrate oltre a 10mila kg della colletta alimentare». Si tratta di numeri di una certa consistenza che fotografano una situazione drammatica che non può certo essere arginata con il lavoro delle associazioni locali.
Allegato:
Mons. Fiorillo
«La povertà c’è e si tocca con mano – osserva mons. Giuseppe Fiorillo –. C’è gente che perde il lavoro o che è occupata solo tre- quattro mesi all’anno. A poco servono le norme e i provvedimenti governativi se non si calano nella realtà. Sono tante, troppe le famiglie vibonesi – aggiunge l’ex arciprete del Duomo – che non riescono ad arrivare a fine mese. Una volta c’era la mensa del Samaritano aperta tutti i giorni. Poi è stata chiusa».