ROMA – “Nuovi terribili fatti di cronaca confermano che la violenza contro le donne, che può condurre fino al femminicidio, non è un fenomeno di natura episodica, né emergenziale. È un problema strutturale. Dobbiamo esserne tutte e tutti consapevoli”. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, in una nota diffusa dal ministero. “Quattro donne assassinate nelle ultimissime ore – prosegue Fedeli – ci ricordano che il tema che abbiamo davanti è ancora, innanzitutto, un tema culturale, di fronte al quale non si possono allargare le braccia, non si può derubricare il tutto a ‘semplici’ omicidi. Così come quattro ragazzine fatte oggetto di abusi durante il loro stage non sono un episodio di cronaca”. Per il ministro c’è bisogno di politiche di contrasto e prevenzione della violenza “che vadano di pari passo con misure per il raggiungimento della piena eguaglianza tra i sessi e per l’empowerment di donne e bambine – ha spiegato Fedeli -. Politiche educative e sociali, dunque. La parità tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi, donne e uomini non è solo un diritto umano fondamentale, è la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. In questa battaglia il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca intende giocare un ruolo centrale: il sistema educativo deve essere sempre di più un luogo attivo di prevenzione, emersione e contrasto delle violenze”.
Secondo Fedeli, con la “Buona Scuola” sono state messe le basi per condurre queste azioni. “La riforma richiama la convenzione di Istanbul del 2013 e assicura, attraverso il Piano triennale dell’offerta formativa, l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori su queste tematiche. Stiamo dando forte impulso all’attuazione di questa parte della legge”. Un impegno che parte dalla formazione delle e dei docenti, aggiunge il ministro. “La loro preparazione su questi temi è cruciale per intercettare situazioni di sopruso – ha aggiunto Fedeli -, sopraffazione, per affrontare dinamiche violente che possono generarsi tra ragazzi e ragazze, per contrastare il bullismo, che nelle sue forme omofobiche è alimentato da stereotipi sul maschile e il femminile che hanno una parentela molto stretta con quelli che generano la violenza contro le donne. A questo scopo lo scorso ottobre è stato varato il Piano per la formazione delle e degli insegnanti, finanziato con 325 milioni per il triennio 2016-2019. Tra le priorità ci sono la prevenzione del disagio, che si concretizza anche nello sviluppo di una cultura delle pari opportunità e del rispetto dell’altro, e l’educazione alla cittadinanza, che include la parità di genere”.
A gennaio, spiega il ministero, sono stati stanziati 120 milioni per progetti sulle Competenze di cittadinanza globale, che includono il rispetto delle diversità e la cittadinanza attiva. “Nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo stiamo promuovendo attività di prevenzione di ogni forma di violenza – ha aggiunto il ministro -, mettendo a disposizione delle scuole specifiche risorse finanziarie e professionali e favorendo collaborazioni con istituzioni pubbliche, associazioni ed enti del terzo settore, oltre ad aziende dell’ITC e ai gestori dei principali social network”. Presto, inoltre, sarà avviato un tavolo di lavoro, in collaborazione con l’Associazione Editori Italiani, per dare seguito a quanto già sperimentato dal progetto Po.Li.Te (Pari Opportunità nei Libri di Testo) e promuovere una riflessione su linguaggio e contenuti dei libri di testo, per la valorizzazione delle tematiche sulle differenze di genere, la valorizzazione del contributo delle donne in tutte le discipline e il superamento degli stereotipi sessisti. “Il Miur inoltre è coinvolto in un gruppo di lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne – ha aggiunto il ministro -, con lo scopo di produrre un nuovo Piano nazionale antiviolenza. Nelle prossime settimane cominceranno le attività in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in occasione della quale prevediamo di coinvolgere in un evento ministeriale le scuole che hanno realizzato progetti di rilievo su questi temi. Anche all’interno delle università promuoveremo percorsi di valorizzazione degli studi di genere e di conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne per formare le figure professionali coinvolte nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno. Così intendiamo combattere un fenomeno che, ripeto, non è episodico ma strutturale. E che riguarda non solo le donne ma anche e soprattutto gli uomini. Riguarda, a ben guardare, l’intera società”.
FONTE: Redattore Sociale