L’evento è organizzato da “Ali di Vibonesità”, in collaborazione con Associazione Valentia e Associazione italiana persone down
“Ali di Vibonesità” invita i cittadini vibonesi a discutere su come “Vivere la Vibonesità” di ieri e di oggi. L’idea ha conosciuto la collaborazione dell’Associazione Valentia, presieduta da Anthony Lo Bianco, e dell’Associazione italiana persone down, presieduta da Pino Bagnato. Si svolgerà, oggi, lunedì 16 gennaio, alle ore 17, nell’aula magna del liceo classico “Michele Morelli” ed è prevista una larga partecipazione di cittadini. A coordinare l’evento sarà Anna Murmura, esperta in storia vibonese e non solo. Interverranno monsignor Filippo Ramondino, direttore dell’Istituto religioso della diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea; Nino Potenza, ex direttore generale dell’Asp ed ex dirigente scolastico; Bruno Nardo, direttore dell’Unità operativa “Falcone” dell’Azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza; Anthony Lo Bianco, consigliere comunale ed ambasciatore di Europa giovani per il 2022.
«Associazioni e cittadini – è scritto in una nota di “Ali di Vibonesità” – sembrano interessati non poco a questa sorta di question time sulla Vibo di ieri e di oggi, partendo proprio dalla necessità di domandarsi: perché Vibo Valentia deve tornare a rivestirsi della sua più naturale “vibonesità”? C’è di più: quale modello della storia di ieri appare il più assimilabile per aiutare la città a rifarsi il suo più adeguato e migliore maquillage? Perché i giovani devono diventare i reali e più credibili protagonisti della storia di oggi e di domani? Come rimuovere i cittadini dallo stallo più avvilente per riflettere su come aiutare la pubblica amministrazione a rispondere più adeguatamente ai bisogni e alle emergenze di tutti i giorni?
Questi, sostanzialmente – è la conclusione -, gli interrogativi più inquietanti dell’incontro e destinati a carpire l’attenzione del cittadino che alla vigilia dell’evento dimostra la sensazione di gradire ed essere molto interessato. Sullo sfondo anche il sapore di un coinvolgimento che appare come una rimpatriata storico culturale e sociale per capire, alla fine, come diventa possibile fare rete per guardare ad una città ripensata».
fonte: ilVibonese