Volontariato e giovani: reclutare non basta
A Matera, nella giornata dei gruppi di lavoro della conferenza 2018 di CSVnet, i Centri di servizio si interrogheranno sulle forme di impegno che più attraggono le nuove generazioni: una partecipazione fluida da accogliere e orientare
Volontariato e giovani, ma soprattutto il volontariato dei giovani sarà uno dei 5 argomenti di cui discuteranno i partecipanti alla conferenza 2018 di CSVnet, in programma a Matera dall’11 al 14 ottobre, nella giornata dedicata ai gruppi di lavoro.
Il mondo delle nuove generazioni ha sempre chiamato il sistema dei Csv a interrogarsi e a mettere in campo negli anni molte risorse, esperienze e proposte. Oggi però, si legge nella scheda introduttiva al gruppo, si fa sempre più urgente l’esigenza di aprire il volontariato e il terzo settore a nuove forme di impegno e partecipazione civica, nei modi e nei tempi che sono proprio i giovani a dettare.
Nonostante l’immagine comune ritragga oggi ragazzi e ragazze “senza valori”, senza interessi o svogliati, la realtà parla di un mondo che è e vuole essere sempre più protagonista, anche se con caratteristiche diverse dal passato. Quella dei giovani è una partecipazione più fluida: sono maggiormente concentrati sulla dimensione relazionale dello scambio, sul riscontro immediato del proprio impegno. Per le nuove generazioni di volontari, inoltre, l’appartenenza a un’organizzazione non rappresenta più un elemento dominante e sufficiente a motivare il proprio impegno o la propria continuità. Quello che cercano sono soprattutto opportunità gratificanti e significative. Ecco che allora assumono un’importanza maggiore le esperienze capaci di coinvolgere i giovani a prescindere dalle loro esperienze e appartenenze pregresse. Ed è proprio nella direzione di queste nuove forme di volontariato e di impegno civico che il sistema dei Centri di servizio sta tentando di guardare.
Il gruppo di lavoro, che sarà condotto dal consigliere di CSVnet Ivan Nissoli e introdotto dalla relazione di Elena Marta (docente dell’Università Cattolica di Milano), porrà l’attenzione, tra l’altro, su due esperienze che in questi anni i Csv stanno sperimentando come modalità alternative di accesso al volontariato: il servizio civile e l’alternanza scuola-lavoro.
Per parlare di servizio civile è stato invitato Licio Palazzini, presidente di Asc e Cnesc. Saranno illustrati gli esiti della ricognizione svolta in merito tra i Csv nel settembre scorso, alla quale hanno partecipato 43 Csv rivelando una presenza importante della rete su questo fronte. La discussione servirà a comprendere quale ruolo giocare in futuro cercando di equilibrare l’offerta di percorsi di crescita ai giovani e un’attività di accompagnamento efficace al mondo delle associazioni che li accolgono.
Di alternanza scuola-lavoro si parlerà invece con Marco Cavedon del Csv di Monza-Lecco-Sondrio. Il dibattito riguarderà anche il progetto proposto da CSVnet in collaborazione con Confao (Consorzio nazionale per la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento) che ha messo a disposizione una piattaforma online sulla così detta “associazione formativa simulata”, per supportare studenti e insegnanti nella scoperta del terzo settore, nella scelta della tematica di cui occuparsi e per il soggetto giuridico da costituire. Il confronto potrà beneficiare anche dell’indagine conoscitiva che nel 2017 CSVnet ha svolto tra i Centri di servizio sul tema dell’alternanza, da cui è emerso che nell’anno scolastico 2016-2017 erano stati coinvolti oltre 8mila studenti, 441 docenti di 237 istituti, in progetti realizzati dalla rete dei Csv in collaborazione con 656 associazioni. Dai risultati è emerso quanto questo tema stia facendo sì che il volontariato sia sempre più un modo per promuovere la cittadinanza attiva fra i giovani, un’occasione per loro di crescita professionale e un terreno di sperimentazione anche per le associazioni.
La sfida che attende i Centri di servizio e sulla quale il gruppo di lavoro cercherà di dare indicazioni è dunque quella del coinvolgimento non solo per “reclutare” i giovani, ma soprattutto per “sensibilizzarli, orientarli, accompagnarli, accoglierli, formarli e garantire loro spazi di crescita e relazione”.